Prenotazioni che si accavallano, assembramenti e utenti e dipendenti spazientiti. I disagi denunciati presso il centro unico di prelievo del Policlinico di Bari non sono passati inosservati. Dopo la nostra incursione, la dirigenza ha deciso di aprire il centro anche la domenica e di rispettare il distanziamento con delle apposite transenne. Problematiche che non sono state ignorate dalla Fials.

“Incredibile ed intollerabile è quanto sta accadendo presso il Centro Unico di Prelievo.
Il Policlinico, nonostante il grande impegno organizzativo che ha messo in campo in questo particolare momento condizionato dall’emergenza COVID 19, alla ripresa della normale attività ambulatoriale, sta assumendo iniziative organizzative che, senza il dovuto coinvolgimento delle OO.SS. e delle altre Istituzioni e/o Associazioni interessate, stanno evidenziando i limiti funzionali, con grave disagio dell’utenza e di tutto il personale interessato”.

“Sembra proprio che, tra le caratteristiche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico, stia emergendo sempre più, in alcuni settori, la indifferenza e la incapacità nel dare le più elementari, razionali e dignitose risposte alle esigenze dell’utenza: è il caso del Centro Unico di Prelievo” rincara il segretario Luigi Vulpis.

“È il caso di ricordare che la Fials da oltre 3 anni, con proprie note del 10/05/2017, del 29/11/2017, del 03/04/2019 e del 15/01/2020, ha evidenziato le gravi disfunzioni esistenti presso il Centro Unico Prelievi a cominciare proprio dalla ubicazione dello stesso, ha richiesto incontri (mai intervenuti) con l’intento di contribuire a trovare adeguate soluzioni che consentissero di eliminare o di limitare le suddette disfunzioni, peraltro segnalate ripetutamente anche dall’utenza presso l’ U.R.P.”.

“A parte qualche assicurazione di assegnazione di ulteriori locali adiacenti in fase di ristrutturazione, peraltro mai intervenuta, – continua la Fials – le criticità ripetutamente segnalate non sono state eliminate. Di contro, però, grazie alla grande fantasia progettuale dell’Azienda, apprendiamo dalla stampa locale che nei locali ristrutturati, che avrebbero dovuto ampliare il CUP, verrebbero effettuati i tamponi e verrebbe trasferito il Centro Emofilia, che eroga assistenza ad oltre 4mila pazienti emofilici. Tali ipotesi, se attuate, estenderebbe le criticità del CUP a tutti coloro che effettuano il tampone e anche al Centro Emofilia con l’aggravante che trattasi di assistenza a pazienti particolari, spesso immunodepressi. In sostanza codesta Azienda invece di eliminare le criticità che affliggono da anni il CUP decide di estenderle ad altre U.O., ampliando di molto la platea di utenza che sarà costretta a subirle e scaricando sul personale le giuste rimostranze dei cittadini. Incredibile”.

“È squallido e vergognoso che codesta Azienda ricorra a simili decisioni – scrive la Fials in merito all’apertura del centro prelievi sette giorni su sette –  pur di crearsi un alibi rispetto al caos verificatosi presso il CUP nei giorni scorsi. Viene confermato un comportamento poco rispettoso della dignità dell’utenza e dei lavoratori oltre che lesivo della incolumità psico fisica di questi ultimi; altro che angeli eroi”.

“Alla luce di quanto sopra – conclude la Fials rivolgendosi ai vertici del Policlinico – chiediamo un urgente incontro con il coinvolgimento delle OO.SS. e della R.S.U. per ricercare adeguate soluzioni alle criticità evidenziate nel rispetto della dignità dell’utenza e dei Lavoratori. In caso di mancato riscontro a quanto richiesto, la Segreteria Provinciale in indirizzo è invitata ad organizzare ed intraprendere ogni altra utile ed incisiva iniziativa, senza escludere una eventuale conferenza stampa”.