Le Iene” hanno fatto del sesso coi bambini nella zona dello stadio San Nicola un caso nazionale. Una storia che torna d’attualità e che puntualmente denunciamo senza che nessuno faccia più di un blitz, tanto per non fare l’ennesima figuraccia, fino a quando un altro giornalista o inviato di questo o quel programma non torna sul luogo dove il delitto si ripete.

Ciò che più mi ha meravigliato della storia che conosco molto bene, per averli sentiti personalmente anch’io i racconti di quei bambini, non sono le parole, oppure sapere che tra loro ce n’è uno di Bitonto, come se il fatto che gli altri vengano dalla Romania, dalla Bosnia o da altri posti del mondo sia un alibi. Ciò che mi lascia tutte le volte senza parole – perché ci saranno altre volte, statene certi – è il comportamento quotidiano delle istituzioni.

Lo sanno tutti di quella merda, a detta dei ragazzini persino chi conta e dovrebbe essere un esempio ha scopato con loro, ma l’intevento resta tra le emergenze secondarie, fino alla prossima inchiesta della vergogna. Purtroppo Bari si conferma una città imbellettata, che con una spruzzata di deodorante pensa di togliersi di dosso il cattivo odore e il marcio che in tanti fanno finta di non vedere, come le storie disperate di chi è senza casa, un altro bubbone maledettamente maleodorante.

Bari, dispiace dirlo, negli anni è peggiorata, inghiottita dalla politica della distrazione di massa, quella in cui ci si concentra sulle palme e il pavimento inclinato di via Sparano; sui patali dello stadio; sull’inaugurazione di un ponte sdrammato più che strallato, sugli annunci di ciò che s’intende fare per risolvere a lungo termine problemi immediati, ciò che realmente sta a cuore alla gente comune.