Questa volta, lo ammettiamo, ci siamo trovati in difficoltà. Premetto che ai documenti che esibiamo, alle storie di Croce Rossa che piano piano stiamo portando alla luce Francesco Rocca e Flavio Ronzi non rispondono mai direttamente. Lanciano sempre messaggi trasversali, affibbiano soprannomi, fanno cenni col capo e raccontano la loro versione dei fatti non a chi gli sta chiedendo conferma da mesi di strane storie che girano intorno all’Associazione di volontariato più grande d’Italia, ma direttamente alla loro principale forza lavoro, ai volontari, sui loro siti, sulle bacheche dei social network. Stavolta, dicevo, ci era sembrato che la risposta che qualche volontario via posta elettronica ci ha immediatamente girato, fosse risolutiva del dubbio che qualche altro volontario ci aveva fatto venire. Mi si perdoni la continua digressione ma, come qualcuno ci ha più volte chiesto, le storie che raccontiamo non ce le inventiamo ma ci vengono a nostra volta esposte da decine di volontari di tutt’Italia, che ci parlano e ci documentano quello che dicono. Noi stiamo facendo un lavoro che dovrebbe spettare all’Associazione stessa, se non fosse così imbrigliata.
Dopo esserci documentati con il massimo rigore possibile, scriviamo. Ed ecco che il messaggio di ieri mattina, nel quale Ronzi annuncia la partenza di altri corsi TSSA nella provincia di Roma, ci ha lasciati spiazzati perché credevamo, con la massima buona fede possibile, di aver realizzato un buco nell’acqua. Invece non è così e proprio un paio di volontari ci hanno scritto or ora, dimostrandoci che non di buco si tratta ma di pezza messa a caldo su un forellino che si sta tramutando in un camino vulcanico.
Qual è stata la soluzione trovata in un batter d’occhio da Ronzi e dai suoi consulenti di comunicazione? In fretta e furia hanno cambiato la denominazione dei corsi di soccorso il titolo dei quali, dal vecchio acronimo TSSA che secondo l’ordinanza presidenziale n. 14 del 2014 significava “trasporto sanitario e soccorso con ambulanza”, ora sono stati ribattezzati “trasporto sanitario e soccorso avanzato”.
Miracolo! L’acronimo è sempre TSSA, nulla si crea, nulla si distrugge, come diceva un tizio di cui non ricordo il nome. Una standing ovation per le teste d’uovo l’abbiamo fatta con tutta la redazione in segno di giubilo e pronti ad imparare, finalmente, come si fa il mestiere. I volontari che ci hanno cortesemente offerto questa brillante delucidazione ci hanno spiegato anche che il trasporto sanitario è uno dei core business dei Comitati Locali, che con questo servizio, fondamentale per le comunità ed i territori nei quali sono incardinati, sopperiscono alle difficoltà di trasporto dei pazienti da e verso i ricoveri ospedalieri o le visite mediche o attività diagnostiche di pazienti non deambulanti o a rischio che non possono essere trasportati altrimenti.
Sono servizi per i quali i Comitati si fanno pagare, cifre indubbiamente modeste ed a buon mercato, e attraverso il cui introito riescono a finanziare tutte le altre attività ed a pagarsi le spese delle sedi. Una risorsa importante, quindi, per la vita stessa dei Comitati ed una soluzione ad un problema serio, per le comunità, del trasporto delle persone. Il Trasporto sanitario è il primo modulo del corso TSSA e la maggior parte dei volontari si ferma li. Adesso, qualsiasi cosa possa dire il Presidente Ronzi, la realtà prevede che il modulo successivo tratterà il soccorso avanzato, anche con l’uso di ambulanza, ma non più i servizi di ambulanza richiesti dalla convenzione con l’Ares Lazio per lo svolgimento del servizio di 118.
L’uomo della strada potrebbe pensare che il Presidente Ronzi, giocando con le parole, si diverta a coprire la realtà dei fatti per non perdere credibilità nei confronti dei tanti volontari. Noi non pensiamo questo né lo diciamo. Siamo però convinti che un atteggiamento più costruttivo, meno risentito e più trasparente avrebbe aiutato dipendenti e volontari a cavalcare con migliore serenità questo periodo di transizione, che lui ed i suoi amici si ostinano a chiamare “privatizzazione” mentre è semplicemente lo spoglio del patrimonio di una Associazione che ha contribuito a fare la Storia d’Italia.
Nel frattempo le solite nostre fonti qualificate ci raccontano della probabile vendita delle ambulanze di via Ramazzini alla nuova società che gestirà il 118 dalla prossima settimana. Non siamo ancora riusciti a documentare questo scambio, ma ve ne daremo conto appena possibile, o meglio quando qualcuno si degnerà di risponderci.