Finalmente risolto il mistero dei file audio che nella fase iniziale delle indagini non era stato possibile recuperare dalla scatola nera della Norman Atlantic e la cui assenza era stata immediatamente notata dai consulenti del Codacons.  I Periti del GIP sono riusciti ad estrarre i file mancanti insieme ad altre informazioni precedentemente non scaricate: ben 1 Gb di memoria che era rimasto finora  “nascosto”.

E’ stato così possibile ricostruire in dettaglio alcuni dei momenti più drammatici del naufragio del traghetto andato a fuoco il 28 Dicembre 2014 in navigazione tra la Grecia ed il porto di Ancona. Le prime avvisaglie dell’incendio arrivano in plancia intorno alle 4.23: qualcuno riporta di aver visto del fumo. Ma la certezza che qualcosa di veramente grave stia accadendo matura alle 4.27.00 quando si sente una voce chiaramente alterata che grida “ C’è un incendio!”. Due minuti dopo viene dato l’ordine di avviare manualmente uno dei sistemi antincendio (il drencher) al ponte 4, ma la conferma che la manovra abbia avuto successo stenta ad arrivare: una risposta affermativa giunge alle 4.33, ma, evidentemente, il Comandante non è convinto perché continua a chiedere rassicurazioni sul corretto funzionamento che, però, non arrivano. Ancora alle 4.40.38 alla domanda (presumibilmente) del Comandante “Luigi il drencher sta funzionando?” segue un’inquietante risposta “ …è pieno di fumo…è pieno di fumo” , seguita alle 4.45.20 da una ancora più inquietante “.. dal tubo antincendio esce fumo non acqua!”. Quasi immediata la richiesta di soccorsi, alle 4.39, con la precisazione che è in corso un grave incendio e che servono dei rimorchiatori per spegnerlo: evidentemente è ormai chiaro che i sistemi antincendio presenti sulla nave non sono in grado di far fronte all’emergenza. Drammatica la richiesta quasi disperata alla Capitaneria di Porto di Bari delle 4.47:” Intervenite con tutti i mezzi: non possiamo mettere le lance in mare, abbiamo un gravissimo incendio a bordo, venite con i rimorchiatori”.

Il materiale informatico appena recuperato verrà messo a disposizione delle parti nel giro di una settimana; solo allora i Consulenti del Codacons potranno condurre in autonomia le loro indagini che porteranno certamente alla luce informazioni preziose ai fini della ricostruzione di quanto realmente è accaduto a bordo e, in particolare, di cosa, eventualmente non ha funzionato, consentendo all’incendio di propagarsi praticamente incontrastato. Per condurre con buone probabilità di successo questo tipo di analisi, però, è assolutamente necessario che le aziende che hanno fornito e installato strumentazione, sensori, apparati sulla nave, in primis la SIRM di Torre Annunziata, collaborino con gli inquirenti e i con i Periti fornendo alcune informazioni senza le quali non sarà possibile decodificare la sequenza degli allarmi registrati nella scatola nera. I consulenti del Codacons, finora inascoltati, hanno ripetutamente richiesto agli inquirenti e ai Periti di acquisire le tabelle di decodifica degli allarmi che costituiscono una sorta di “stele di Rosetta” che consentirà finalmente una ricostruzione fedele e completa dei fatti. L’auspicio è che risulti finalmente chiara la centralità di tali informazioni e che ogni residua resistenza possa essere quanto prima superata nell’interesse della Verità e nel rispetto della memoria delle vittime e del dolore dei loro familiari.