Corre Francesco Lezzi, suda, si allena senza pause. Lo ha fatto per tutta l’estate in vista del prossimo appuntamento, quello che gli è sfuggito due volte finora: il campionato italiano  superwelter dell’11 ottobre prossimo ad Avezzano, contro Stefano Castellucci. Si combatterà a casa del temibile 38enne, soprannominato dangerous. Un palmares di tutto rispetto e motivazioni ugualmente forti. “Grande rispetto per il mio avversario – dice Lezzi – ma questo è il mio momento”.

Un titolo vacante che, a detta di molti, avrebbe dovuto già essere al fianco del gladiatore barese del quartiere Libertà. Le foto su Facebook lo ritraggono tirato a lucido, determinato. La preparazione atletica è sempre stato il suo pezzo forte. Francesco, che ha lavorato tanto per aumentare la potenza dei suoi colpi, ormai non è più un ragazzino. Trent’anni inizi a sentirli ed è per questo che Lezzi si allena più che mai. La sua costanza lo ha portato a essere più in forma oggi che quando di anni ne aveva 25. I suoi sparring partners sanno bene quanto sia ancora integro. Non vuole più rinunciare a quel titolo. Lo vuole a tutti i costi prima della fine. Lo vuole per ko. L’esperto maestro Sgaramella, che sarà con lui all’angolo, lo sta mettendo sotto. Il tempo dei colpi di testa è passato da un pezzo.

Pur essendo un titolo italiano non ci sarà alcuna ripresa televisiva, ma questo non importa, perché Francesco combatte soprattutto per se stesso, per raggiungere la meta. La mancanza di clamore sottolinea quanto il movimento pugilistico viva un momento non certo esaltante. E per questo, pur non avendo manager da ormai 3 anni, il pugile barese finora ha accumulato 28 incontri, 19 dei quali fuori casa (9 all’estero) . Si è preso più rischi, ma è riuscito a dimostrare come di boxe si possa campare. Come chiunque altro, Lezzi non è profeta a casa sua e per questo vuole a maggior ragione alzare quella corona.

Dopo tanto lavoro e inaspettate delusioni, sarebbe anche ora che Francesco Lezzi, pugile professionista dal 2013, raccolga il frutto del suo sudore. Dovesse riuscirci la sua sarebbe l’ennesima provocazione. Il barese, infatti, ha già annunciato che nel caso di vittoria lascerà il titolo vacante per andare a combattere all’estero. Campione non possiamo dirti che tutta Bari è con te, non sei un calciatore e non vesti la maglia biancorossa, ma in tanti stanno facendo il tifo e l’11 ottobre, seppure col cuore, saranno ad Avezzano.