“Vogliamo rinforzarci”. Cosmo Giancaspro parlava così quando a fine dicembre veniva interrogato sul futuro mercato di riparazione del Bari. A trattative chiuse, però, l’operazione sembra riuscita solo a metà: sistemata la difesa, il Direttore Sportivo Sean Sogliano non ha regalato a Grosso le pedine necessarie per rafforzare la squadra tra centrocampo e attacco.

La retroguardia è stata sicuramente sotto esame per tutto il girone d’andata. Non è un caso che la società si sia mossa già a ottobre con l’arrivo di Diakitè (utilizzabile, però, solo a gennaio) e abbia piazzato il colpo di maggior spessore con lo stopper greco Marios Oikonomou. Gli altri arrivi, Empereur e Balkovec, rappresentano per motivi diversi (infortuni il primo, adattamento il secondo) due incognite ma completano numericamente il reparto, nella speranza di non vedere più Marrone in un ruolo non suo.

Le noti dolenti, come anticipato, vengono da centrocampo e attacco. Qui Sean Sogliano ha piazzato due acquisti che rappresentano due scommesse: lo scozzese Henderson e l’argentino Andrada. Ci vorrà del tempo affinché i due possano inserirsi negli schemi e adattarsi al calcio italiano. Magari si riveleranno due colpi “alla Djavan Anderson”, ma intanto non sono arrivate le due pedine davvero necessarie: una mezzala di qualità (o in alternativa la figura mitologica del regista) e un esterno d’attacco capace di far rifiatare la coppia Galano-Improta.

Per tutto il mese di gennaio è andata avanti la telenovela Memushaj, senza però che sia stato individuato un “piano B”, reso a maggior ragione necessario da quando Salzano e Busellato sono apparsi ai margini del progetto tecnico di Grosso. In avanti Andrada può rappresentare un buon investimento per il futuro ma al momento risulta la quinta prima punta in rosa (dopo Kozak, Cissè, Floro Flores e Nenè), può adattarsi a giocare largo ma non è quello il suo ruolo.

Qualche sorriso in più arriva dalla voce cessioni: importante aver trattenuto i due gioielli di famiglia, Galano e Anderson, così come sono positive le partenze di due “zavorre” fuori rosa come Greco e Martinho. Logiche le partenze di Capradossi, che non godeva più della fiducia di Grosso e difficilmente avrebbe giocato con i nuovi innesti, e di Fiamozzi, chiuso dalla conferma di Anderson e dal ritorno dall’infortunio di Sabelli. Avrebbe completato il quadro la cessione, poi saltata, di Morleo.