Antonella, 19 anni, è seduta al centro sul sedile posteriore. Pierluigi è il passeggero anteriore, ha 22 anni e qualcosa fra le labbra, forse un torcione. In mano il cellulare per girare la storia da postare sulla sua pagina Instagram. Per loro non c’è stato niente da fare. Sono morti sabato notte in fondo a una curva.

Alla guida c’è Davide, 22 anni, ricoverato in fin di vita. Balla il conducente, guarda il cellulare in modo da essere ripreso, alza il braccio. Tutti senza cintura di sicurezza a cantare Diego Armando Maradona, noto pezzo trap dei Dark polo gang. “Fanculo ai tuoi che ti hanno educato a modo”, dice il cantante. Invece no, fanculo a voi che vi fate venire i calli alle dita per tutte le canne che rollate. Fanculo a voi, con la ragazza che segue la moda mentre voi seguite i soldi e la droga, tanto per restare in tema con le citazioni del testo trap diventato colonna sonora della tragedia.

Dopo aver visto quel video ti viene voglia di spaccare tutto, di urlare. Una provocazione costante alla morte, un insulto alla vita. Sì, perché chissà cosa sarebbero potuti diventare quei ragazzi. Il sangue ribolle perché su WhatsApp gira un altro video, quello dei momenti successivi allo schianto in auto, una Fiat Punto Evo lanciata a tutta velocità che riesce a sfondare il guardrail, facendolo accartocciare.

Anche quelle immagini sono spietate: alcune persone si dannano l’anima nel tentativo di estricare quei ragazzi dall’auto. Viviamo nell’era del controsenso, quella in cui ci si può immortalare poco prima di morire e pure rendere quelle scene pubbliche, ma se poi mostri le immagini per invocare prudenza sei un mostro. Ragazzi abbiate più rispetto della vostra vita, di quella delle persone che vi amano, a cominciare dai vostri genitori, ma anche degli innocenti che spesso vengono coinvolti in queste bravate.

I vostri genitori, pensate a loro. Sopravvivere alla morte di un figlio, mi è stato detto, è quanto di più inconsolabile possa esserci. Ne ho incontrati tanti di mamme e papà distrutti dal dolore. E allora fanculo a questo modo di vivere a trecento all’ora, senza pensare alle possibili conseguenze delle azioni. La vita è un dono prezioso, amatela perché indietro non si torna.