Sono stati eseguiti per la prima volta al Policlinico di Bari, dall’equipe dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia universitaria diretta dal professor Biagio Moretti, gli interventi su tre pazienti affetti da artrosi del pollice.

Una tecnica mai impiegata fino ad ora nel trattamento dei pazienti affetti da artrosi articolare del pollice, l’obiettivo è quello di eliminare il dolore e conservare il movimento; ma questa avanzata procedura chirurgica, con una piccola protesi che sostituisce l’articolazione metacarpale, vuole addirittura conservare la motricità fine e quindi consentire la stessa libertà di movimento al paziente che aveva prima dell’insorgere della malattia.

Mai prima d’ora era stata impiegata una protesi per il trattamento delle articolazioni della mano come era stato fatto invece per le articolazioni di grandi dimensioni come anca, ginocchio e spalla. Questa novità in campo ortopedico permette di recuperare la funzionalità della mano affetta da artropatia trapezio-metacarpale che provoca assottigliamento ed usura della cartilagine all’interno dell’articolazione. Questa patologia che colpisce prevalentemente le donne nell’80% dei casi con età superiore ai 50 anni provoca dolore alla base del pollice, difficoltà nella presa e deformità progressiva del dito sino a ridurne le azioni quotidiane più semplici.

Dott. Francesco Rifino

“Nella nostra clinica abbiamo eseguito per la prima volta al Policlinico di Bari interventi di protesi alle piccole articolazioni della mano su tre pazienti affetti da artrosi trapezio metacarpale gravemente invalidante – spiega il dottor Francesco Rifino, medico dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia del Policlinico di Bari  – finora gli interventi prevedevano diverse tecniche chirurgiche tra cui il blocco dell’articolazione o la rimozione del trapezio deformato che provoca il dolore e l’impotenza funzionale con sua sostituzione attraverso un “gomitolo tendineo”, tutte tecniche mirate a ridurre la problematica attraverso soluzioni palliative.

La nuova tecnologia di sostituzione delle articolazioni deformi ripropone la biomeccanica articolare originale al fine di eliminare il dolore e restituire al paziente la funzione articolare originale. L’intervento prevede l’immobilizzazione dell’arto per qualche giorno ed una terapia riabilitativa successiva. “Il Policlinico di Bari rappresenta un punto di riferimento per la chirurgia della mano e in particolare per la patologia artrosica di questo distretto, una malattia degenerativa delle piccole articolazioni che diventa disabilitante nella vita di ogni giorno. Queste nuove soluzioni chirurgiche rappresentano il prodotto delle innovazioni tecnologiche che permettono di riprodurre su scala ridotta protesi articolari finora utilizzate per le grandi articolazioni come il ginocchio, l’anca e la spalla” dichiara il professor Biagio Moretti, direttore dell’Unità operativa di Ortopedia del Policlinico di Bari.