Quando ho letto, prima degli esiti del referendum, le posizioni assunte dal governatore pugliese Michele Emiliano (Voto NO, ma lascio ai miei simpatizzanti libertà di voto) e dal Sindaco di Bari e Presidente Nazionale dell’Anci, Antonio Decaro (voto SI senza se e senza ma, con allegata storiellina di un suo progetto di legge ancora da esaminare in Senato) sono stato quasi investito da alcune considerazioni spontanee.

Michele Emiliano, mi son detto, non fa mai le cose a caso e certamente nei suoi fini c’era e c’è il bisogno di distinguersi marcatamente rispetto a Matteo Renzi, leader a livello nazionale del suo partito, il PD. Perché marcare la distanza? Evidentemente, così come dal Comune di Bari, dove è stato Sindaco per due legislature, ha tentato con successo la scalata alla Regione Puglia, tant’è che la seconda legislatura – maggiormente caratterizzata da quell’obiettivo- è stata poco incisiva, se non addirittura negativa per la Città, così dalla Regione Puglia a Palazzo Chigi, magari inizialmente e temporaneamente accontentandosi del Viminale (Interno) o del più alto scanno di Via Arenula (Giustizia), la strada potrebbe venir spianata da eventuali (allora, oggi certe!) disgrazie di Renzi, così com’è accaduto alla Regione con Vendola, in quel momento in caduta libera. In politica si sa: “mors tua, vita mea”.

Sono convinto che del governatore pugliese sentiremo sempre più parlare a livello di stampa (e tv) nazionale. Sulle sue future fortune politiche, non avendo la sfera di cristallo, non mi pronuncio. Se la percentuale di votanti in Puglia pari al 61,71% è inferiore alla media nazionale, straordinariamente attestatasi sul 65,47%, la percentuale dei NO, pari al 67,16% è di oltre 8 punti percentuale superiore alla media nazionale fermatasi comunque ad un eccezionale 59,11%. Un dato che sancisce inequivocabilmente la legittimità delle sue aspirazioni a livello centrale.

Confesso, invece, che allorché ho sentito Antonio Decaro dichiarare che avrebbe votato SI senza se e senza ma, allineandosi all’ormai ex premier Renzi ed invitando così i baresi a seguirlo nella scelta, mi sono molto meravigliato. Conosco Antonio Decaro (per dieci annii siamo stati condomini e nell’ultimo anno di mia permanenza a Torre a Mare abbiamo abitato nella stessa palazzina) ed è persona che sa come farsi voler bene. Ciò non mi esime dal ragionare obiettivamente e dal riconoscere che la sua, fino ad oggi, fulvida carriera politica è stata caratterizzata dal, come direbbero a Bari, piede in due scarpe”.

Dapprima le scarpe si chiamano “Tedesco ed Emiliano” (scegliete Voi, miei cari Lettori, qual è la sinistra e quale la destra), poi “Emiliano e Renzi” (io francamente sinistra, fra entrambi non la vedo, ma sarà di certo un mio limite). Orbene, non solo mi sono meravigliato di vederlo schierato chiaramente sulle posizioni Renzi, evidentemente per ripagare l’appoggio del l’ex premier (o meglio premier ancora per qualche ora), smarcandosi chiaramente dal suo maggiore mentore, il governatore Emiliano, ma mi sono reso conto che Antonio Decaro, ormai soffre, purtroppo per lui e noi baresi, della sindrome del “principe” di machiavelliana memoria e non si rende conto che dal giorno della sua elezione, i risultati pessimi su tutta la linea hanno provocato una caduta libera della sua immagine presso i concittadini.

Ha perfettamente ragione il direttore di questa testata Antonio Loconte che nel suo editoriale parla di schiaffo dei baresi a Decaro. Come definire diversamente un voto al NO che raggiunge a Bari il 68,35%, oltre un punto in più rispetto alla media regionale, che – come abbiamo dianzi scritto – era di per se di oltre otto punti superiore alla media nazionale. Un risultato molto simile a quello della Provincia di Bari col 68,02% di NO che conferma la grave sconfitta di Decaro che è altresì Sindaco Metropolitano. Per il neo presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) una sonora batosta che dovrebbe farlo riflettere seriamente.

Risento nelle orecchie l’eco delle parole con cui con cui il Direttore di questa testata a livello Nazionale, la mai troppo compianta Fortunata Dell’Orzo, apostrofava Decaro, durante la campagna elettorale per l’elezione del primo cittadino barese: “Costui è inadeguato”. Rimarcandolo più volte nei suoi scritti.

La speranza che per una volta la cara Fortunata sbagliasse è sempre più flebile ed una cosa è certa la compagine che forma la giunta è per più che inadeguata ed i risultati negativi lo testimoniano chiaramente. Certo, a chi mi facesse notare che “piscis a capite fetet”, secondo il detto latino che i baresi hanno fatto proprio con colorito proverbio dialettale, avrei francamente poco da opporre ed ancor meno da obiettare.