Dopo aver dormito pe due anni, senza neppure domandarsi come risolvere il problema, l’Amministrazione comunale barese scopre che il MAAB (Mercato agricolo e alimentare barese) è stato costruito su suoli non ancora espropriati. Proprio così. Quando pensi di aver raccontato ogni tipo di pubblico spreco, ti accorgi che il peggio deve ancora venire. Eccolo qui il peggio.
Il MAAB è quella meravigliosa struttura di 200mila metri quadrati costata appena 20 milioni di euro, inaugurata nel 2010 con mille promesse, ma mai entrata in funzione. Per ora sta andando in rovina sotto gli occhi di chiunque transiti sulla strada statale 100, nel tratto compreso tra Mungivacca e Triggiano. Al’interno ci sono 16 box, che avrebbero dovuto ospitare i venditori all’ingrosso adesso stivati in maniera indecorosa in via Caracciolo. Il guaio è che i box nel Mercato a più piani sono un terzo rispetto ai 48 necessari per sistemare tutti gli operatori, che adesso pagano un fitto di mille euro al mese e che nella nuova struttura ne pagherebbero 3mila.
E qui arriva il bello, se così si può dire. Il Mercato agricolo e alimentare barese è per l’85% di proprietà della Camera di Commercio, per il 12% del Comune di Bari e per appena il 3% delle associazioni di categoria. I grattacapi sono solo all’inizio, perché due giorni fa, come sempre in affanno e con urgenza, la distratta giunta barese ha dovuto approvare una delibera di indirizzo spinta dagli uffici comunali competenti: provvedere agli espropri rinnovando e adeguando la polizza fideiussoria da 14 milioni di euro.
Sulle sorti del MAAB sono intervenuti con due diverse interrogazioni il capogruppo e consigliera del Gruppo Misto, Michele Cradonna e Irma Melini. La questione è di una banalità disarmante e, come al solito, tira in ballo apparentamenti e interessi. Gli uffici comunali avrebbero pressato affinché si procedesse con gli espropri attraverso la polizza fideiussoria, da rinnovare e adeguare. Dall’altro lato, però, ci sarebbero le pressioni più politiche della Camera di Commercio che, invece, vorrebbe pagare gli espropri con soldi freschi.
In questo modo è vero che la Camera di Commercio dovrebbe mettere mano alle proprie casse, ma dovrebbe farlo anche il Comune di Bari e quindi i suoi cittadini, magari aumentando loro le tasse. E qui che si gioca tutta la partita: espropri con la polizza (come auspicabile) oppure attraverso altri soldi pubblici? Sulla faccenda, il presidente  Alessandro Ambruosi non si è ancora espresso. Adesso, però, sarebbe il caso di capire quale sarà il futuro dell’ente, soprattutto in considerazione della bufera che sta travolgendo Bologna Fiere, prossimo partner con cui la Camera di Commercio si prepara a prendere in mano la Fiera del Levante di Bari. La questione è tutta aperta.