Il capitolo è quello delle “irregolarità non sanate, rilievi, considerazioni e proposte”. La relazione di 43 pagine (allegata integralmente) è l’organo di revisione del Comune di Bari sulla proposta di deliberazione consiliare del rendiconto della gestione e sullo schema di rendiconto per l’esercizio finanziario del 2015. Non siamo in un pantano, il parere per l’approvazione è favorevole, ma potrebbe andare decisamente molto meglio se solo si iniziasse a incassare i crediti maturati, in alcuni casi a rischio prescrizione e si desse corso a una gestione più oculata dei soldi pubblici.

LE MULTE NON PAGATE – Gli appunti sono tanti, alcuni dei quali particolarmente interessanti. “La mole dei crediti certi, liquidi ed esigibili e l’anzianità della loro formazione denota – si legge – anche per l’ersercizio finanziario 2015, la difficoltà per il Comune di Bari ad incassare i propri crediti”. Un capitoletto significativo è quello relativo alle multe per violazione del codice della strada. L’aumento, tra il 2013 e il 2015 è stato esponenziale, ma le sanzioni regolarmente pagate sono crollate a picco. Si è passati dai 7.914.961,38 milioni di euro di multe elevate nel 2013, agli 8.485.066,99 milioni del 2014 e addirittura agli 11.341.202,65 milioni del 2015. Il paragone sulle contravvenzioni incassate, però, è impietoso. Nel 2013 è stato pagato l’86,18 %, nel 2014 solo il 54,39 %. Nel 2015 le spese destinate alla previdenza ed assistenza delle forze di polizia municipale, finanziate con proventi da sanzioni del codice della strada sono state pari a 1.058.782,00 milioni di euro.

Dall’analisi della composizione dei crediti maturati e non incassati, però, la parte del leone la fanno quelli di locazione, il recupero dell’evasione tributaria e i dividenti delle partecipate. “Se per i canoni di locazione e il recupero dell’evasione potrebbe risultare comprensibile, considerata la platea dei debitori, altrettando non può dirsi per i dividenti di Amgas Spa. La mancata movimentazione delle partite creditorie appare priva di giustificazione, atteso che le stesse nascono a decisioni assunte negli esercizi dal 2004 al 2010 e si riferiscono ad una partecipata di cui l’Ente ha il controllo assoluto”.

La tirata d’orecchi da parte dei revisori è puntuale: “Sebbene gli equilibri di bilancio risultano salvaguardati, è necessario che l’Ente dia priorità assoluta alle attività volte a rimuovere le cause di siffatto indice di riscossione dei crediti”, evitando che possano andare in prescrizione. L’indebitamento del Comune di Bari rientra nella sua capacità finanziaria, ma c’è un però. Il ricorso a finanziamento da mututi si è rilevato poco oculato. Ad oggi ci sono 47 mutui il cui costo improduttivo a carico dei baresi in termini di oneri finanziari ammonta a circa 1 milione di euro. “Tale tendenza, che integra evidente ipotesi di danno arrecato al Comune – scrivono i revisori – deve essere necessariamente invertita”.

LE MUNICIPALIZZATE – La nota più dolente di tutta la relazione dell’organo di revisione contabile è forse quella relativa alle municipalizzate. Nella relazione si legge che: “Occorre esercitare un maggiore e più proficuo controllo sui propri organismi partecipati”. Se lo diciamo noi sembra un attacco. In questo caso la mazzata arriva da chi è competente e ha letto le carte in maniera minuziosa per poter dare un giudizio. Le asservazioni dei crediti e debiti reciproci, le relazioni previsionali, i bilanci di esercizio, a volte sono prodotti e adottati con ritardi ingiustificati, spesso dietro continui solleciti da parte delle competenti Ripartizioni. “Tale modus operandi – denunciano i revisori – si riflette negativamente sulle attività dell’Ente stesso, sia nelle fasi di programmazione che in quelle di controllo”.

DEBITI FUORI BILANCIO – Da sempre i deviti fuori bilancio sono un neo evidente nel documento economico del Comune di Bari. “L’andamento del riconoscimento e finanziamento dei debiti fuori bilancio, rappresenta anche per l’esercizio finanziario 2015 un aspetto di rilevante importanza”. In effetti, l’unico dei parametri che misura la strutturale deficitarietà del Comune è rappresentato dal rapporto tra i debiti fuori bilancio riconosciuti rispetto alle entrate correnti. La filastrocca non cambia: “L’organo di revisione ha più volte segnalato nei propri pareri il ricorrere di ipotesi di danno procurato dai ritardi nell’esecuzione dei pagamenti, per cui si coglie l’occasione per rinnovare l’invito a una tempestiva e più proficua gestione delle obbligazioni derivanti dalle sentenze esecutive”.

Cogliamo anche noi l’occasione per invitare gli amministratori baresi a controlli e programmazioni più puntuali, per evitare di dover causare danni erariali, che poi si traducano in una maggiore tassazione nei confronti dei già tartassati cittadini di questa città.