Il consiglio regionale invita i componenti del Comitato di indirizzo e verifica (CIV) dell’Oncologico di Bari a rassegnare le dimissioni attesa la situazione di paralisi in cui versa l’organo, con l’impegno di approfondire la problematica della struttura nella III commissione consiliare con la presenza in contraddittorio degli interessati, oltre che del management dello stesso istituto. È in questi termini che è stata trasformata la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle al riguardo.  La decisione è stata approvata all’unanimità dal consiglio. Nel momento della votazione si è allontanato il consigliere Donato Pentassuglia.

La discussione sui problemi dell’Oncologico ha preso le mosse dalla mozione originaria dei 5 Stelle con cui sono state evidenziate dalla capogruppo Antonella Laricchia una serie di disfunzioni che hanno contraddistinto la gestione dell’istituto negli ultimi tempi, nonostante le certificazioni di qualità ottenute dal ministero nel 2014 per la ricerca e dall’OECI (Organisation of European Cancer Institutes). La mozione dei pentastellati chiedeva l’impegno della giunta a revocare i consiglieri del CIV “per la sistematica omissione di controllo sull’attività della Direzione strategica che perdura a tutt’oggi da almeno tre anni”.

Il capogruppo di Oltre con Fitto, Ignazio Zullo, ha chiesto di cogliere l’occasione per allargare la discussione a tutti gli IRCCS pugliesi, evidenziando che non è possibile finanziare con 50 milioni l’anno l’Oncologico a fronte di 80-90 posti letto, laddove realtà molto più complesse come gli ospedali ecclesiastici possono disporre di budget in proporzione più limitati.  “Serve appropriatezza nell’allocazione delle risorse” ha aggiunto, riducendo gli sprechi e, di riflesso, la tassazione aggiuntiva ai pugliesi,  evidenziando la necessità di audire gli interessati in commissione.

Il presidente della giunta regionale, Michele Emiliano, ha riassunto i termini della questione. “L’Oncologico – ha chiarito subito – non rende per quello che dovrebbe con buchi di bilancio consistenti”. Uno dei motivi principali è quello della situazione di paralisi in cui versa il CIV, sui cui ha avuto luogo a suo tempo “uno studio accurato della vecchia politica per riciclare vari personaggi”. Il presidente ha stigmatizzato anche l’utilizzo da parte dell’Oncologico dei fondi ministeriali finalizzati alla ricerca scientifica per esigenze assistenziali. “L’occupazione prevalente dei dirigenti e dei sindacalisti è quella di pensare alle loro beghe anziché ai pazienti. Ma io non sto qui – ha ammonito – per custodire equilibri politici”. Anche il presidente ha respinto l’eventualità dello scioglimento dell’istituto per farlo confluire nel Policlinico. “Sarebbe una follia organizzativa – ha detto – tuttalpiù occorrerebbe renderli complementari, dopo aver risolto il problemi dell’una e dell’altra”.

Di qui l’invito ai componenti del CIV a rassegnare le dimissioni, atteso che nello stesso vi è anche un componente di nomina ministeriale, che rende complessa la gestione dal punto di vista giuridico della questione.