«Allo stato sembra essere un periodo finestra che si apre e non una vera riforma, peraltro costituisce una delle ipotesi di accesso al pensionamento anticipato oltre quelle che già esistono dal 2012, non sostituisce quelle che già esistono, peraltro su base volontaria per chi abbia maturato i requisiti». Domenico Garofalo, docente di Diritto del lavoro dell’Università di Bari, intervenuto al convegno dell’Ugl intitolato “Quota 100 Superamento della Legge Fornero prospettive occupazionali” prova a fare un po’ di chiarezza su uno dei temi caldi del momento.

“Presuppone un requisiti contributivo abbastanza cospicuo – spiega il docente – perché 38 anni di contributi sono quelli che hanno messo da parte i nati negli anni ’50. Più avanti si va e più la contribuzione si riduce, per la frammentarietà, per la disoccupazione, la così detta precarietà. La vedo come una ipotesi aggiuntiva, anche se ho la sensazione che sarà più appetibile per le imprese che devo sfoltire i ranghi mandando a casa i lavoratori anziani e non dai lavoratori anziani stessi”.

“Dai dati che abbiamo – evidenzia Antonio Caprio, segretario generale dell’Ugl Bari- potrebbe creare oltre 150mila nuovi posti di lavoro; come organizzazione sindacale spingiamo tantissimo per questa riforma, o periodo finestra, perché riteniamo che sia il punto di partenza per ricreare occupazione. Basta vedere i dati sconcertanti, qui in Puglia abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50%”.

“Non è possibile mandare in pensione la gente a 67 anni – punta il dito Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl – alle scorse elezioni tutto il centrodestra ha presentato un programma per la destrutturazione della legge Fornero, la Lega lo ha fatto suo e lo ha messo nel programma. Non è un provvedimento che si può risolvere in un anno o in tre anni, però è un primo risultato, che potrebbe portare a un lento, ma inesorabile, cambiamento di indirizzo”.