Dall’Italian Talent Award alla minaccia di vertenza da parte dei sindacati. Pasquale Natuzzi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Natuzzi, è stato premiato a Roma tra le eccellenze targate “made in Italy” ma adesso deve fare i conti con l’ira dell’Unione Sindacati di Base. Il numero uno del gruppo parlava di responsabilità riguardo l’obbligo di produrre qualità, il sindacato però chiede anche una presa in carico di responsabilità circa i 365 dipendenti che rischiano il licenziamento. Ecco la nota dell’USB:

“Nell’assemblea dello scorso 30 novembre ad Altamura siamo stati delle buone Cassandre anticipando che gli accordi stipulati tra Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil, Natuzzi e Istituzioni pubbliche sono l’anticamera dei licenziamenti collettivi, in quanto prevedono, per un cospicuo numero di Lavoratori, la collocazione in Cigs a zero per cessazione attività produttiva e questo rappresenta, per l’appunto, l’ultimo step prima della risoluzione dei rapporti di lavoro. Detto, fatto, l’azienda il 2 dicembre 2015, presso la sede della Confindustria di Bari, ha confermato che persistono gli esuberi e, pertanto, dopo la fine del previsto periodo di Cassa integrazione, 365 Lavoratori daranno l’addio alla Natuzzi. Oltre, poi, ad aggiungere le solite manfrine in merito al “parsimonioso” incentivo all’esodo e alla richiesta verso le istituzioni locali di collaborare per un’eventuale ricollocazione dei licenziati in altre aziende.

Noi come Unione Sindacale di Base, manifestando la nostra assoluta contrarietà a questi diktat aziendali, avallati dai sopra citati sindacati confederali, ribadiamo che non lesineremo nessuna lotta e nessuno sforzo per opporci a qualsiasi ipotesi di licenziamento. Per questo proponiamo, a tutti i Lavoratori e le Lavoratrici della Natuzzi, l’apertura dello stato di agitazione e la mobilitazione per la salvaguardia dei posti di lavoro, che mai nel tessuto murgiano sono stati di primaria importanza come in questo momento.

Inoltre, sollecitiamo i soggetti interessati ad aprire, concretamente, una riflessione sullo sviluppo e futuro del territorio in questione, che verta sugli opportuni investimenti per la difesa dei livelli occupazionali ed escluda i già visti e ed abusati finanziamenti a pioggia verso famelici imprenditori di passaggio”.