Un cittadino albanese di 28 anni, vicino di casa di Eleonora e Daniele. Si chiama Luixhi ed è il supertestimone che ha contributo in maniera determinante alle indagini sul duplice omicidio di Lecce e all’arresto di Antonio De Marco.

Il primo allarme è stato dato dall’uomo al 112, con una telefonata alle 20.45. “Sto sentendo delle grida, tipo una lite domestica violenta, tra viale don Bosco e la parallela, ci sono delle palazzine, si sentono delle grida allucinanti, proprio con una violenza inaudita – il racconto del supertestimone -. Dall’abitazione è uscito un uomo armato, incappucciato e sta tentando la fuga verso Porta Rudiae, dalla zona dell’Acquedotto”.

“Ha un coltello, un coltello ed anche uno zaino, uno zaino grande sul marroncino. Indossa una felpa nera. E ha anche dei guanti neri. Mandate un’ambulanza perché ho visto…”, il racconto si interrompe qui, forse anche per la difficoltà riscontrata dall’uomo nel descrivere quell’orrore.

Grazie a questa testimonianza i Carabinieri hanno potuto mettersi subito sulle tracce dell’assassino. Il 28enne è stato anche uno dei primi testimoni a essere ascoltati.

“Passeggiavo con il mio cane quando ho sentito delle urla di una donna e rumore di vetri infranti – ha raccontato ai Carabinieri -. Io ero fermo sull’incrocio vicino ai bidoni della spazzatura e notavo qualcuno che indossava dei jeans, una felpa nera e uno zaino marroncino. Era alto circa 1,80, corporatura normale, carnagione chiara. E aveva un coltello di grosse dimensioni”.

Alle 3 e mezza Luixhi viene risentito nuovamente: c’è un filmato da fargli vedere. Un filmato nel quale riconosce la persona che ha visto poco prima delle 21.

Intanto emergono nuovi dettagli sul profilo del killer che sabato scorso, il giorno dei funerali della giovane coppia, ha partecipato ad una festa di una collega tirocinante di infermieristica.