Da una parte l’rsu dell’Ugl, dall’altra quelle di Fim, Fiom e Uilm, attive nello scambiarsi accuse reciproche l’una con le altre. In mezzo i lavoratori della Bosch di Bari, che non se la passano per niente bene, come abbiamo raccontato più volte, non ultima la lettera di un operaio in cui rivolge critiche durissime proprio ai sindacalisti, definiti bastardi corrotti.

Giovedì scorso, 22 novembre, l’Ugl ha pubblicato un comunicato in cui tra le altre cose scrive: “Dopo la CP3 in Repubblica Ceca, la CP1 in India e la vendita dei freni in Turchia, dopo le dichiarazioni di esubero, salutiamo anche la linea 5 della ZP che viene trasferita in Repubblica Ceca” tutto “mentre la CP 4 non è ancora partita”. “Durante un incontro a Roma qualcuno diceva che nulla sarebbe uscito da Bari finché non fosse arrivato altro. Dov’è quel qualcuno adesso”?

Apriti cielo, a strettissimo giro, meno di 24 ore dopo, è arrivata la replica “a una sigla sindacale che ha 48 ore di esperienza” additata di aver scritto “un insieme di falsità e inesattezze” che dimentica di aver firmato il contestato accordo. Insomma, per iscritto, non se le sono mandate a dire.

“Ribadiamo – si legge sempre nella replica – che le trattative che a tutt’oggi ci vedono coinvolti anche in altre sedi sono aperte e che le discussioni proseguono con costanza, ci spiace se altri non capiscono il gergo sindacale”.

Senza entrare nei dettagli tecnici del botta e risposta, resta il fatto che la situazione dei lavoratori impiegati nello stabilimento barese della Bosch è tutt’altro che semplice. Ma questo è evidentemente un altro discorso.