Dopo il precedente che portò a un’interrogazione in Consiglio Regionale da parte del Movimento 5 Stelle, la storia si ripete e pare vada sempre peggio. Mentre c’è chi lotta per vedere terminato il suo precariato o per versi validare il risultato di un concorso sacrosanto, l’Autorità di Bacino pugliese stabilizza cinque persone.

Nate da un parere pro veritate del professor Tommaso Germano (dipartimento del Lavoro, nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari), pagato più di 20mila euro, le determine di stabilizzazione pubblicate sul sito dell’AdB sono le numero 129/130/131/132/133 del 2016. Come per quelle avvenute nel maggio 2015, non ci si spiega in che modo in Aautorità di Bacino si continui a stabilizzare come se non ci fosse un domani, pur non essendoci soldi, e considerando che in Regione ci sono precari che aspettano da anni. Non lo si comprende soprattutto alla luce della soppressione delle Autorità di Bacino, con legge dello Stato 221/2015, in attesa della pubblicazione, a giorni, del decreto attuativo per le modalità di scioglimento e accorpamento tra le varie Autorità in Italia.

Al danno delle stabilizzazioni, si aggiunge la beffa quello che è più di un sospetto: i concorsi su misura. Il 9 maggio scorso è stato pubblicato sul sito dell’ente il bando per l’affidamento dell’incarico di dirigente amministrativo. A leggere il bando, i requisiti fortemente restrittivi fanno sorgere più di un dubbio sul fatto che si tratti di un abile lavoro di alta sartoria amministrativa.

Oltre alla laurea in Giurisprudenza, Scienze Politiche o Economia, ai candidati era richiesto l’aver ricoperto incarichi dirigenziali in amministrazioni pubbliche per non meno dicinque anni, “Provvedendo a redigere, o a revisionare quale formale Revisore dei Conti, il bilancio previsionale e consuntivo, per almeno un biennio, per una struttura di almeno 50 dipendenti”. Nei due mesi di tempo per la presentazione della candidature, poi, l’unica domanda pervenuta – poco prima della scadenza dell’ultimo giorno utile – è stata quella dell’attuale dirigente amministrativo. Nonostante tutto, però, due anni, proroga su proroga, il dirigente è riuscito a mantenere saldo il proprio incarico.

Al netto del fatto che nel bando non è assolutamente citata la legge Madia; che i termini per l’espletamento della procedura coincidono con quelli fissati dalla legge per impugnare il bando; che se si è in pensione non si possono ricoprire incarichi dirigenziali o di consulenza e, soprattutto, alla luce del fatto che la Conferenza Stato Regioni ha approvato il decreto di accorpamento e chiusura, all’Autorità di Bacino si continuano a fare concorsi da dirigente da una sola candidatura.

A questo punto, tanto valeva scrivere un nome su una lettera d’incarico, mettendo fine a quelle che in tanti reputano autentiche farse. Anche in questo caso, presidente Emiliano, noi glielo segnaliamo, a meno che l’Autorità di Bacino non risponda ad altre logiche e ad altre leggi.