Nessuna pietà”. La frase lapidaria del presidente dell’associazione privata denominata Comitato Provinciale di Roma della Croce Rossa Italiana intende chiudere un caso che si è aperto il 26 agosto con l’azione scellerata di un dipendente dello stesso Comitato che ha sottratto dei soldi dall’abitazione di una donna che stava soccorrendo a Roma.

Noi riportiamo la notizia non perché debba ulteriormente essere trattata rispetto a quanto hanno già fatto i nostri colleghi di tutt’Italia ma perché, nel filone dell’inchiesta che stiamo conducendo, è emblematica del nuovo agire di Cri per due ragioni. L’equipaggio di cui al fattaccio di cronaca non è composto da volontari Cri anche se indossa la stessa divisa e la cosa genera molta confusione tra gli utenti e tra i volontari stessi. Si tratta di neo assunti nella nuova associazione, non con contratto Cri ma Anpass. A noi risulta che, dismesso il personale di ruolo, si sia provveduto ad assunzioni massicce con un contratto con meno tutele e meno soldi in busta, che questi ragazzi siano obbligati a lavorare mischiando le ore di servizio con ore di “volontariato coatto” che spesso sono molte di più di quelle di servizio e che in ogni caso, nonostante turni di servizio infernali, non riescano a mettere assieme uno stipendio dignitoso.

Ma questo è il mercato del lavoro odierno e questa è la nuova Croce Rossa e nulla giustifica un delitto, odioso come quello che ci hanno raccontato. La seconda cosa che ci stupisce e che vorremmo portare alla vostra attenzione è che il termine “nessuna pietà” presuppone un trattamento omogeneo ed uguale per ogni situazione ma, come sappiamo, non è così. C’è ancora un tizio che ha tentato uno stupro, e questo vaga indisturbato per il nostro Paese, coperto da un senso di umanità che per il delinquente di Roma forse non avrà valore, né di fronte alla magistratura né alla piazza mediatica davanti alla quale il suo datore di lavoro Flavio Ronzi lo ha già decapitato senza appello, senza dare a lui nemmeno la possibilità di dire la sua anche solo per ammettere di aver sbagliato.

E per questo il grande comunicatore Ronzi usa Facebook, lo stesso mezzo tanto inviso a lui ed al suo Presidente Rocca che assieme a lui lo usa per giustificare i roghi sui quali carbonizzare gli eretici. Vi pare strano il mondo? Per noi era strano associare il pensiero di Dunant ad un modo di gestire la Croce Rossa Italiana che assomigliava più ad un’azienda cinese, ma di questo, abbiamo scoperto, si tratta. Voi intanto continuate ad applaudire a questa privatizzazione.