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Sulla poltrona di Doctor Smart, per rispondere alle domande dei follower selezionate da Mari Lorusso, c’è il professor Francesco Introna, direttore dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, già consulente medico legale del Vaticano per la Congregazione delle cause dei Santi. Con lui si è parlato proprio di miracoli.

“Alla Congregazione della cause dei Santi – ha spiegato il professore – afferiscono tutti i casi, siano essi sospetti o ritenuti miracoli, dai vari ordini sacerdotali di tutto il mondo. Ricevuta la documentazione, il Vaticano nomina 5 consulenti i quali studiano le carte, anche separatamente, e si riuniscono per capire se l’evento è o non è scientificamente documentabile o possibile”.

“Il miracolo – ha aggiunto – deve essere calato nell’evento e nel momento storico in cui avviene, uno del 1200 non può essere studiato come un miracolo realizzato ai tempi d’oggi, perché la tecnologia a disposizione del paziente è diversa: una cosa era avere una setticemia all’epoca e guarire, una cosa è averla oggi e non guarire”.

Quanto ai miracoli con cui si è cimentato, uno in particolare è rimasto impresso: “A New Orleans una donna affetta da carcinoma epatico del fegato doveva essere sottoposta a intervento; prima di entrare in sala operatoria ha messo una medaglietta con l’effige di padre Silos, un Beato, nella cuffia del medico. Quando l’ha aperta, il chirurgo ha riscontrato che per lei non c’era nulla da fare, ha prelevato un campione da far analizzare e l’ha richiusa. Aveva al massimo due mesi di vita. Le analisi del campione hanno confermato la diagnosi, ma la donna è vissuta per diversi anni e quando tempo dopo è stata operata di colecisti, del carcinoma non c’era più traccia”.

Impossibile per il professor Introna non avere a che fare col Santo tanto caro ai baresi: “Con la dottoressa Caroline Wilkinson, colei che si è occupata dei volti dei Faraoni, abbiamo potuto ricostruire il viso di San Nicola. È venuto fuori che non era un grande adone – ha commentato sorridendo – però abbiamo avuto questa possibilità utilizzando tutti i dati che erano stati acquisiti dal professor Martino. Nel 1957, senza saperlo, prese ogni singolo punto antropometrico; a distanza di 50 anni ci hanno permesso di ricostruire il cranio di San Nicola, da lì abbiamo inserito i tessuti molli fino a ottenere il volto”.