Uscito il 20 dicembre 2023, “Cartoline” è il nuovo EP del pugliese Mengo T, prodotto artisticamente da Marco Meledandri e pubblicato dalla label indipendente Trulletto Records. 4 tracce di rap anomalo perché quasi integralmente suonato, con linee di basso ruvide e riff di chitarra dal retrogusto psych, a sorreggere delle liriche oscure, allucinate e di ampia ispirazione autobiografica.

Mengo T è la reincarnazione solista di GrannySmith, 50% del gruppo rap SottoTorchio, attivo dalla seconda metà degli anni duemila e autore del piccolo disco culto “Musica per organi caldi” (2009), più altri due EP ufficiali e un terzo misteriosamente diffuso in rete…

Nel corso della decennale attività del duo, ha collaborato con importanti esponenti della scena hip hop italiana (Madman, Gemitaiz, dj Argento, Stabber, Squarta e così via), dimenandosi su palchi che sono andati dal free party più estremo alla solenne apertura del Wu-Tang Clan, insieme a una straordinaria all-stars di rapper della scena barese.

Membro dal 2016 del sound system e label Midnight Resistance, e più di recente del progetto bass music Nitch, si alterna tra suonare e collezionare dischi solari e scrivere un rap oscuro, allucinato e di ampia ispirazione autobiografica.

Dagli angoli più remoti della coscienza giungono le quattro cartoline che compongono il disco di Mengo T.

Quattro tracce che raccontano altrettante incursioni nelle terre inospitali del profondo.

Da questo altrove le immagini ritornano sotto forma di visioni frammentate, di deliri, di desolazioni ed euforie paradossali, di suoni densi come ricordi remoti che solo la parola lirica, ovvero il rap, può riannodare. Ma per solcare i mari della percezione occorre essere consapevoli del pericolo, perché perdere la rotta può non essere affatto divertente. Occorrono compagni di viaggio addestrati, tanto più se ci si deve perdere, tanto più quando occorre risalire in superficie.

Mengo T convoca per questo l’amico Marco Meledandri, già anima del progetto psych rock Bodah; è sua la cura della sezione strumentale di un disco rap anomalo anche in questo: perché quasi integralmente suonato, con linee di basso ruvide che saltano fuori dalla cassa.

Cartoline non è un invito al viaggio rivolto a chi ascolta, ma il diario di bordo di uno psiconauta che ritorna da un’esplorazione, ogni brano è dunque una mappa e insieme un souvenir. Secondo quattro modificazioni della mente l’io lirico di Mengo T ci porta ai confini di stati percettivi molto diversi.

Qui ogni sostanza prevede la sua regola, la sua disciplina e il suo rischio. Abitare lo smarrimento, stare nel labirinto: è questo l’esercizio e la sfida di un disco che parla a chi pratica il naufragio così come a chi osserva il largo di lontano.

Cartoline, pezzo di apertura del disco racchiude nel titolo il concetto del suo svolgimento e la sua dedica ideale: per la famiglia, che non è quella del sangue, ma quella dello spirito o dell’esperienza di assunzione condivisa, che qui si fa parola per diventare sostanza di chi ascolta.

Rap e psichedelia si fondono così nell’espressione metrica, lineare, pur scandita da ritmi che si rompono ed esplodono, tradendo così la ripetitività del loop.

Questa ricchezza acustica rivela in ogni traccia la materia sinestetica, intreccio di luce e suono, delle esperienze estreme da cui giungono queste Cartoline.