Nella serata di ieri, un tragico agguato ha scosso il quartiere Torre a Mare di Bari, portando alla morte di Raffaele ‘Lello’ Capriati, figlio di Sabino e nipote di Tonino Capriati, noto boss del clan mafioso di Bari vecchia.

Il delitto, perpetrato con diversi colpi di pistola, ha portato alla morte di Capriati, trasportato d’urgenza al Policlinico di Bari dove, purtroppo, è deceduto poco dopo il ricovero.

La presenza sul luogo del delitto della squadra mobile della Questura di Bari, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda), testimonia l’immediato intervento delle forze dell’ordine per indagare su quanto accaduto.

La storia di Raffaele Capriati è stata caratterizzata da un passato criminale, culminato nella sua condanna a 17 anni di reclusione per il concorso nell’omicidio di Michele Fazio, un quindicenne tragicamente ucciso per errore il 12 luglio 2001 nel quartiere di Bari vecchia.

Questo ennesimo episodio di violenza legata al crimine organizzato evidenzia la persistenza di un fenomeno che continua a minare la sicurezza e la stabilità delle comunità del sud Italia.

Le istituzioni e le forze dell’ordine devono continuare ad impegnarsi nella lotta contro la criminalità organizzata, garantendo maggiore sicurezza e giustizia per tutti i cittadini. Tuttavia, è altrettanto importante coinvolgere attivamente la società civile e promuovere una cultura di legalità e trasparenza per contrastare efficacemente la criminalità e proteggere le vite delle persone innocenti.

La speranza è che tragedie come questa possano essere un catalizzatore per un impegno ancora maggiore nella costruzione di una società più giusta e sicura per tutti i suoi cittadini.