L’epoca delle guerre è finita. Il Paese ha necessità di una buona giustizia, rispettando i poteri. L’Italia ha bisogno di fare squadra: politica, magistratura e avvocatura. C’è un’esigenza: restituire ai cittadini una fiducia nei confronti della giustizia”.
Lo ha detto ieri sera il viceministro alla Giustizia Sisto sul palco del festival Il Libro Possibile a Polignano a Mare, dove è intervenuto assieme al procuratore antimafia Giovanni Melillo per parlare della riforma della giustizia e degli obiettivi del PNRR. “Il nostro sistema processuale – ha dichiarato Melillo- è caratterizzato da elettroshock continui che lo rendono instabile e imprevedibile. C’è bisogno di stabilità e ponderazione nelle riforme”
Proseguendo sul tema delle intercettazioni il viceministro ha detto: “Con la riforma sono pubblicabili solo quelle che riterrà opportune il giudice. Non è una riforma che tocca lo strumento intercettazioni. Si impedisce la pubblicazione di quelle inutili”.
‘Uno strumento indispensabile, delicato e invasivo – secondo il procuratore antimafia che ha ribadito – devono essere regolate. Le riforme non camminano solo sulle norme, ma hanno bisogno di risorse, tecnologie e infrastrutture. Troppa attenzione alle definizioni normative piuttosto che all’impegno”
Nel dibattito al Libro Possibile 2023 moderato dal giornalista Fabio Vitale di Skytg24 alla domanda sul caso Santanchè il viceministro Francesco Paolo Sisto ha dichiarato: “Il problema è patologico dall’inizio. Da un servizio televisivo della rete pubblica è nato tutto. Dobbiamo dire no alle sentenze mediatiche. Presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva. La nostra Costituzione non prevede le dimissioni in caso di indagini’.