Sabato 15 luglio scorso, su quanto riportato dal segretario del Sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe) Federico Pilagatti, sembrerebbe che un agente si sia salvato “per un pelo” dopo aver accusato un malore. L’agente della Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Foggia, sarebbe stato colto da infarto a causa del troppo stress, del caldo insopportabile e di un orario di lavoro assurdo: dalle ore 8 alle 22. Questo quanto scritto da Pilagatti in una nota ufficiale, sottolineando una situazione di insofferenza nei penitenziari di Foggia e Taranto per l’enorme mole di lavoro condita da sporadiche minacce e aggressioni da parte dei detenuti.

L’esposto del Sappe, che si rivolge ai vertici del Dipartimento amministrazione penitenziaria, informa sul degrado delle carceri pugliesi e pone in evidenza come sempre meno gente partecipi ai concorsi per Polizia Penitenziaria.