Sono 4 le persone fermate all’alba di oggi, martedì 20 giugno, per l’omicidio del 61enne Cosimo Nardelli. L’uomo era stato raggiunto nella tarda serata del 26 maggio scorso da una raffica di colpi di pistola in pieno centro, in una via a poca distanza dal mercato Fadini. Due dei fermati sono inoltre accusati, insieme a un terzo soggetto, del tentato omicidio di Cristian Troia, avvenuto nella notte tra il 12 e 13 aprile scorsi.

Per l’omicidio Nardelli i provvedimenti di fermo, emessi dalle procure di Lecce e Taranto, sono stati notificati al fratello del 61enne, Tiziano, sospettato di essere il mandante insieme a Paolo Vuto. L’autore materiale dell’omicidio sarebbe il figlio di quest’ultimo, Cristian Aldo Vuto. La quarta persona fermata, Francesco Vuto, nipote 23enne di Paolo, sarebbe stato alla guida dello scooter utilizzato dai due per raggiungere via Cugini, dove l’agguato si è consumato. L’accusa formulata nei loro confronti è omicidio pluriaggravato dalla premeditazione, dal metodo mafioso. Secondo gli investigatori il movente del delitto sarebbe di natura economica. In particolare sarebbe legato alla gestione di una azienda agricola di cui erano soci il figlio di Cosimo Nardelli, il fratello Tiziano e la moglie di quest’ultimo.

Un quinto provvedimento di fermo è stato notificato a Ramazan Kasli, cittadino di origini albanesi. L’uomo sarebbe accusato, insieme a Paolo e Cristian Aldo Vuto, del tentato omicidio del 24enne Cristian Troia. Il giovane era stato colpito mentre si trovava in piazza Pio XII nella notte tra il 12 e 13 aprile scorsi. Il motivo dell’agguato sarebbero alcuni messaggi che Troia avrebbe scambiato con la ex fidanzata del giovane Vuto. Per i tre l’accusa è tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso.