La natura, l’istinto, la vita stessa, ci insegnano che una mamma protegge le proprie creature fino alla morte, perciò gli eventi, avvenuti nella giornata di ieri, 7 maggio, in provincia di Foggia, sono ancora più difficili da accettare. A morire, non è stata una madre che difendeva la propria figlia, no, a morire è stata una giovane ragazza di 16 anni, Gessica Malaj, che ha difeso la propria madre, pagando con la propria vita.

Da quello che si è appreso, il presunto assassino della ragazza è il suo stesso padre, che avrebbe ucciso anche un uomo di 51 anni, Massimo De Santis, spinto dalla gelosia per la loro presunta relazione extraconiugale.

Il delitto è avvenuto verso le due del mattino: a quanto si apprende il 51enne è stato accoltellato sulle scale dello stabile in cui si trovava, successivamente il presunto assassino sarebbe entrato in casa con l’intento di uccidere la moglie ma la ragazza è intervenuta per difendere sua madre ed è stata uccisa, permettendo alla donna di scappare e chiamare i Carabinieri.

Quando i militari sono arrivati sul posto hanno bloccato l’uomo, un 45enne, mentre, si presume, stava cercando l’altro figlio di cinque anni, avuto con la stessa donna.
L’arma del delitto, un coltello da cucina, è stato recuperato. Il piccolo di cinque anni è stato temporaneamente affidato agli zii.

Dalle ultime ricostruzioni, l’uomo, dopo il duplice omicidio, ha girato un video con il telefonino per poi inviarlo a un connazionale residente nel Nord Italia, il quale ha allertato i Carabinieri. Il Sindaco di Foggia, Emilio di Pumpo, chiede “il massimo rispetto per le famiglie coinvolte” e invita “chiunque abbia ricevuto video e/o immagini inappropriate, a bloccare immediatamente questo tam tam di messaggi”.

Questa mattina gli amici di Gessica, che frequentava la Terza A del Liceo Classico “Fiani- Leccisotti” hanno deposto uno striscione sull’asfalto davanti all’ingresso dell’istituto, stringendosi intorno alla scritta “Jess vive dentro di noi. X sempre 3A”, ricordando in questo modo la loro compagna di classe.