“Il green pass come immaginavamo, è ingestibile. Si crea una ressa incredibile e tempo per controllare. Ma perché dobbiamo controllare noi? Non contestiamo i provvedimenti che limitino contagi, se il governo ritiene che sia questo il modo io posso non essere d’accordo ma lo accetto, però non si può scaricare sui ristoratori il peso di questa scelta”.

A parlare è Gianni Del Mastro, ristoratore titolare di una osteria nel centro storico di Bari, alle prese con il primo giorno di obbligo di green pass per accedere ai locali al chiuso, annunciando che “valuteremo nei prossimi giorni anche forme di protesta”.

“Con questo caldo la gente vuole stare dentro con l’aria condizionata – spiega – e per ognuno si perdono almeno 2 minuti per i controlli di green pass, documenti e registrazione della presenza. Se hai dieci persone che devono entrare, perdi 20 minuti solo per questo. Sottrarre tutto questo tempo per rendere produttivi i tavoli è inconcepibile. E poi la gente che aspetta di essere controllata si accalca”.

“Ci stiamo trasformando in controllori – continua – e non va bene. Oggi è andata benino perché tutti hanno compreso, ma se la gente si rifiuta, per privacy o altro, di mostrare il documento? Dobbiamo rivestirci di una autorità che non abbiamo, non siamo poliziotti, vogliamo fare i ristoratori. Prefiguro scenari con problemi”.

“Per mesi – dice ancora Del Mastro – siamo stati additati come i responsabili del contagio, adesso ci penalizzano ancora, mentre in strada si vede di tutto, con centinaia di assembramenti. La mia non è una campagna contro i vaccini, che ritengo una possibile via di uscita, ma contesto il ruolo di controllori che ci è stato attribuito e che non possiamo avere, si trovi un’altra soluzione”.