Era fuggito dall’Afghanistan nel 2008 il ragazzo, che ai microfoni di Repubblica, racconta la sua storia da rifugiato.

“Non posso mostrarmi in viso né rivelare il mio vero nome – racconta il ragazzo -, sarebbe troppo rischioso per la mia famiglia che vive lì”.

“Appena sono arrivato a Bari ho vissuto per strada. Poco dopo mi sono trasferito in un centro d’accoglienza ed ho iniziato a lavorare nei campi. Ora sono un mediatore culturale e collaboro con l’assessorato al Welfare del Comune di Bari”.

La situazione in Afghanistan è critica “quando i Talebani sono al potere non esiste più la proprietà privata, molti miei parenti non so neanche dove siano scappati”.