“Non ho proferito scritti e pensieri sino ad oggi, ma adesso qualcosa vorrei scriverla. Ho taciuto per diverso tempo, ma quando da oltre 20 anni sei nel ‘sistema’ e ci metti cuore e passione, diventa difficile tacere”. Inizia così il lungo post di Gianluca Vurchio, sindaco di Cellamare nonchè autista soccorritore di un’associazione di volontariato di cui è presidente, che interviene a gamba tesa sull’ormai celebre caso 118.

“Anche io rientro tra quei fatidici dipendenti che hanno ricevuto la nota di Cassa Integrazione Guardagni in Deroga, con lo spettro del licenziamento. Capita, purtroppo.
Ma mi fido del lavoro delle istituzioni e degli organi preposti, affinché si risolvano, nell’immediato, le criticità diverse. Ne ho sentite tante in questi ultimi giorni, da “le associazioni mangiano a tradimento e sono il male principale” passando per “le istituzioni sono assenti” a “menomale esistono i sindacati che ci tutelano e lottano per noi”. La verità è che tutti hanno sbagliato, tutti, nessuno escluso e la principale responsabilità è da attribuire proprio alle istituzioni”.

“Parto dall’inizio e scrivendo, come sempre faccio, con la massima trasparenza e sincerità: le convenzioni con le Associazioni per il servizio 118 erano già scadute da aprile 2020, prorogate dalla Asl Bari di un ulteriore anno fino ad aprile 2021, già previsto convenzionalmente e successivamente nuovamente prorogate con una “proroga tecnica” per più volte ed in maniera unilaterale da parte del committente. Già questa, risulta una procedura del tutto atipica ed irrituale che può essere oggetto di attenzione da parte di organi preposti. Non mi soffermeró su aspetti ultimi legati ad interventi dell’organo territoriale di governo, quale la Prefettura, per non dilungarmi ulteriormente.
In tutto questo, si intrinseca un aspetto “inquietante” che è quello dell’internalizzazione – che è sacrosanta per carità – ma che, occorre anche dire, ha dei costi sulle casse pubbliche superiori al 300% rispetto a quelli attuali con il coinvolgimento del Terzo Settore.
Avete letto bene, 300% dei costi in più sulle casse pubbliche. Ma la volontà politica va rispettata, soprattutto quando è a tutela dei lavoratori, anche se da me personalmente condivisa solo in parte”.

“Io sono a favore dell’internalizzazione (lo sono sempre stato, senza mai nascondermi), ma nutro grosse incertezze non sulla stabilità del personale, che è più che sacrosanta, ma quanto sul futuro del sistema 118 che, a mio avviso, subirà dei peggioramenti notevoli da un punto di vista qualitativo del servizio. E lo dico perché (molti lo sanno anche se fanno finta di non saperlo e/o non vogliono dirlo) nel passato le postazioni a gestione diretta Asl Bari, si sono letteralmente fermate per disservizi, mancanza di personale, problemi logistici. Ambulanze non a norma, problemi meccanici, guasti continui, tanto che la Asl Bari decidette di affidare anche le ultime sette postazioni gestite “in proprio” alle Associazioni di Volontariato. Oggi alcune delle automediche esistenti, attendono da tempo diverso la sostituzione di presidi e/o attrezzature. Lo dico perché questa estate, per mero esempio, una postazione di automedica prevista dalla riorganizzazione territoriale del 118 è stata soppressa causa mancanza di medici, lasciando scoperta una notevole fetta di cittadinanza senza un medico in turno. Ma nessuno lo scrive e nessuno, conseguentemente, lo dice.
Nemmeno chi si professa “tutore del mondo e del sistema 118”.

“Ad aprile del 2021, esattamente il 01.04.2021, e dunque 29 giorni prima della scedenza convenzionale già oggetto di proroga (la prima), la Sanitaservice Bari indice un Avviso Pubblico per “soli titoli” per l’assunzione di 225 Autisti Soccorritori e 225 Soccorritori. Tanto basta per aprire un toto tessere tra Sindacati, pronti ad accaparrarsi tessere a destra e manca tra dipendenti (pronti a firmare la tessera) e volontari che promettono la loro adesione una volta assunti (e qui altra parentesi sulla correttezza di molti). Un Avviso Pubblico che prevede l’applicazione della clausola sociale per quei dipendenti già assunti dalle Associazioni di Volontariato convenzionate, prevedendo, altresì, per la redazione di una graduatoria finale, la considerazione di soli TITOLI DI CARRIERA e del numero dei turni effettivamente svolti. E qui, arriva una prima domanda (ne seguiranno altre molto particolari e su cui tutti oggi non proferiscono una parola): ma un avviso pubblico per soli titoli, perché non prende in considerazione anche altri titoli conseguiti dal personale come corsi specifici? E perché non vengono nel bando indicati, come giusto che sia, i relativi punteggi per ogni titolo conseguito? Nulla, perché solo i turni potranno, da quel che si percepisce, essere oggetto di valutazione. Quindi, sembra di capire, chi ha più corsi conseguiti sul campo (a mero titolo esemplificativo corso di guida sicura, comportamento sulla scena del crimine, psicologia nell’emergenza, etc.. ) può semplicemente ritenerli come carta straccia. Non valgono. E se così non fosse, si apre un altro dilemma: quanto viene valutato un corso rispetto ad un altro? Non lo sappiamo, perché nell’avviso pubblico “per soli titoli” non viene indicato. Lo scenario, però, potrebbe essere quello di decine e decine di ricorsi ulteriori alla pubblicazione delle graduatorie”.

“Arriviamo su uno dei punti più carini del sistema e che fa sorridere (per non piangere): proprio la pubblicazione delle graduatorie finali. “State sereni, si parte a maggio, le Associazioni hanno finito di mangiare, le graduatorie sono quasi pronte” dicevano. Poi si parte a giugno, poi a luglio, poi ad agosto (nel frattempo tutte queste illusioni sui tanti ragazzi volontari, hanno fatto cadere le braccia a molti). Poi “non lo sappiamo più quando si parte perché le associazioni non vogliono dare i turni e fanno ostruzionismo”. Quasi quasi ora la colpa è delle associazioni. (Io, e non solo io, ma tutti i dipendenti dell’Associazione cui faccio parte, sono sempre stato trattato con i guanti e rispettato in ogni momento, con ogni garanzia contrattuale prevista. Sempre. Potrei scrivere un libro anche su questo).
Ma tornando sul punto, perdonatemi: secondo voi, è normale che nel bel mezzo di una procedura ad evidenza pubblica per l’assunzione di 450 unità di personale del 118 solo nel barese, le associazioni devono rendere i turni perché qualcuno li ha smarriti e si accorge solo in fase postuma di non averli più nelle disponibilità? Questa è una cosa gravissima e su cui qualcuno potrebbe aver acceso, od accendere a breve, i riflettori”.

“Si smarriscono turnazioni all’interno di pubblici uffici durante procedure concorsuali aperte ed in corso che sono valide a tutti gli effetti come titoli di carriera per la graduatoria finale e cosa si fa? Si chiede alle associazioni di rimandare i turni. Incredibile! Sembra di essere su scherzi a parte, ma invece è tutto tristemente vero. Come inizio della gestione pubblica, siamo proprio messi bene. Come a dire scusate stavamo giocando e non ci siamo resi conto di aver smarrito i turni. E magari le associazioni, quelle cattive e spregiudicate (perché ce ne sono, come in ogni buona famiglia) cosa fanno? Forniscono turni di diversi anni fa, modificandoli a proprio piacimento, in barba alla liceità del provvedimento, tanto chi lo verrà a sapere e soprattutto chi lo contesterà e sulla base di quali criteri. È come far causa ad un morto ed accusare lo stesso. Così si sfalseranno le graduatorie e il caos regnerà sovrano. Così si tradiranno i volontari e si befferà, ancora una volta, la gente per bene.
Secondo voi è normale che un Ufficio Pubblico, sino a qualche giorno fa, continuava a chiedere turni chiamando diverse associazioni? Ed in questo i Sindacati non proferiscono nessuna parola? Perché nessuno scrive? Se così fosse, anzi lo è, allora è tutto falso che le graduatorie sono pronte. Non può essere questo l’inizio, altrimenti sarà una tragedia, ancor prima di iniziare e la paura diventa tanta, tra gli operatori. Non vorrei far la fine di quelli che “si stava meglio, quando si stava peggio”.

“Così è evidente che non può e non deve funzionare e che, ancora una volta, sembra di essere alla corrida: dilettanti allo sbaraglio. Prima ci si doveva accertare di avere tutta la documentazione necessaria relativa alla turnazione, prima ci si doveva attivare sulla procedura di acquisto delle ambulanze (su cui potremmo aprire una ulteriore parentesi, giacché una prima gara per l’acquisto è già stata revocata) e soltanto dopo si procedeva alla fase dell’internalizzazione. Cosi come sta andando, invece, sarà solo caos, con una dilatazione dei tempi incredibile e con all’orizzonte ricorsi su ricorsi. Allora, scusate, non diamo solo la colpa alle associazioni che sicuramente nel corso di questi anni hanno commesso errori, ma siamo oggettivi: la responsabilità è delle istituzioni e degli uffici. Le associazioni hanno solo una parte di responsabilità: quella di aver per un ventennio garantito un servizio ad una qualità alta, senza mai battere i pugni sul tavolo nei momenti opportuni. Perché forse soluzioni alternative a tutto questo potevano esserci. Chi ha gestito nel tempo il servizio rispettando tutte le norme e le procedure, non si è arricchito, anzi forse ci ha anche rimesso. E questo si dimostrerà a breve. Nel contempo, le “proroghe tecniche” da centinaia di migliaia di euro su cui la magistratura potrebbe aprire un fascicolo, continuano ad esserci inesorabilmente tra fulmini e saette delle Associazioni ed i volontari e dipendenti, come me, sono in attesa della pubblicazione della graduatoria di merito che i sindacati riferiscono di esser pronte ma che, di fatto, non c’è traccia.
Questo ad oggi, dopo mesi e mesi di conclusione dell’avviso pubblico. E vi dico che se non usciranno nel breve tempo le graduatorie, io non attenderò più di un minuto: farò quello che nessuno sino ad oggi ha fatto: mi recherò personalmente presso la procura generale della repubblica. Nel contempo, tra il caos generale e con la possibilità che tutto possa ulteriormente essere prorogato, attendiamo. Ma nessuno, tra istituzioni, sindacati ed associazioni, ci faccia fessi, perché non lo siamo e perché il rispetto e la dignità delle persone non sono in vendita, ne tantomeno possono essere barattare con tessere varie”.