Continuano le indagini sul dottor Giuseppe Rizzi, ex oncologo dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”, arrestato con l’accusa di concussione aggravata e continuata.

Il medico è ai domiciliari per aver costretto un paziente oncologico con un cancro terminale, poi deceduto, a pagare 900 euro per ogni somministrazione di un farmaco salvavita gratuito, per un totale di 130mila euro, oltre lavori di ristrutturazione nella villa al mare del professionista.

Ed è proprio nell’abitazione dell’uomo che i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno trovato un vero e proprio “museo archeologico” dal valore inestimabile. Si tratta di 11 pezzi rarissimi: vasi, un pelike con due anse, un hydria attico bicromo e tanti altri oggetti provenienti con tutta probabilità da scavi clandestini.

Manufatti di tale valore non possono essere acquistati legalmente e a nulla sono servite le giustificazioni del dottore che affermava che i reperti erano solo “copie ben fatte”. I beni sono stati confiscati ed ora deciderà lo Stato dove collocarli.