Giuseppe Alessandro Carvutto, durante l’ultima udienza del processo riguardanti le minacce aggravate e diffamazione ai danni di Antonio Decaro, si è scusato col primo cittadino dichiarando che “sono pentito di quello che ho fatto, mi pento di avere offeso il sindaco e tutta la comunità dei baresi”.

Le minacce di Carvutto risalgono al 2016 quando su Facebook aveva scritto contro il sindaco nell’ambito delle polemiche tra l’amministrazione comunale e i venditori ambulanti abusivi in merito all’uso delle fornacelle sul lungomare durante i festeggiamenti di San Nicola. Dopo le minacce di morte fu disposta la scorta al primo cittadino.

Decaro, non potendo essere presente all’udienza, dopo aver saputo dall’avvocato Michele Laforgia delle scuse formali di Carvutto, ha rimesso la querela per diffamazione, facendo cadere l’accusa, e ha revocato la costituzione di parte civile. Stessa cosa è stata fatta dal Comune.

“All’epoca dei fatti ero un ragazzino – ha dichiarato Carvutto – non pensavo a quello che scrivevo, oggi non lo farei, crescendo ho imparato tante cose. Volevo stringere la mano al sindaco in segno formale di scuse e chiedergli un gesto di benevolenza. Potrei essere suo figlio, lui potrebbe capire. Volevo guardarlo negli occhi e chiedergli scusa”.

L’imputato, difeso da Giuseppe Darmento, ha anche inviato una lettera di scuse al Sindaco e ha fatto una donazione simbolica di 50 euro all’associazione In.Con.Tra. di Bari. Carvutto ricordiamo che era stato arrestato pochi giorni dopo le minacce e le scuse scritte su Facebook per possesso di droga.

La Procura ha chiesto l’assoluzione previa derubricazione del reato di minacce da gravi a lievi. La sentenza sarà emessa dal giudice monocratico Giovanni Abbattista alle 15.30.