Una paziente di 83 anni, positiva al coronavirus e con trauma cranico, è rimasta per più di sei ore in ambulanza in attesa di essere accettata dall’ospedale San Paolo.

È accaduto questa notte. Il personale del 118, dopo essere intervenuto a Molfetta e aver accertato la positività dell’anziana con un tampone, ha dirottato alle 3.30 la paziente al San Paolo, su direttive della Centrale Operativa, ma l’ospedale si è rifiutata di accettarla in quanto pieno.

L’intervento si è concluso solo questa mattina alle 9.45, dopo più di 6 ore d’attesa. Non si tratta dell’unico caso. Un altro paziente, positivo accertato con dispnea, è arrivato in ospedale alle 5.30 e il personale del 118 intervenuto ha terminato tutte le operazioni solo alle 10.

“Non è commiserazione, non ce ne frega di essere chiamati eroi, non ci servono gli applausi né tantomeno le monete con dedica – scrive Gianluca Albergo, autista soccorritore del 118 -. Pretendiamo il rispetto. Il rispetto di tutti, ce lo meritiamo. A nessuno interessa se smonti dopo 14 ore di inferno notturno girovagando per Bari e provincia, tra un ospedale ed un altro. Quello che vedete in foto è frutto di una attesa di oltre 6 ore fuori ad un pronto soccorso di Bari. Il personale, stremato, aveva ancora a bordo una paziente e la missione è iniziata alle ore 3,30. Non sappiamo quando sia finita”.

“Lo ribadisco, questo sistema va rivoluzionato. È inutile creare il Covid hospital in fiera quando manca un’organizzazione, un coordinamento, una sinergia tra il territorio e le strutture – continua -. Il personale è stremato. Non siamo più disposti a tollerare niente. Dalla prossima settimana avvieremo delle iniziative atte a tutelare la nostra salute. BASTA a pensare a voi, ora dobbiamo prenderci cura di noi. Il presidente Emiliano, il Direttore del Dipartimento della salute della regione ed i vari direttori generali devono trovare una soluzione definitiva al problema altrimenti, NOI, diventeremo un problema più grosso. Protesta ad oltranza”.