Arrivata la condanna dalla Corte di Cassazione, nell’ultimo grado di giudizio, nei confronti di Luigi di Gioia, il 54enne accusato dell’omicidio premeditato del 28enne Giuseppe Sciannimanico. I giudici gli hanno confermato la pena a trent’anni di reclusione. L’uomo il 26 ottobre 2015, su presunto mandato di Roberto Perilli, uccise il giovane.

I giudici della Corte di Cassazione hanno anche confermato il risarcimento danni alle parti civili, i genitori, il fratello e la fidanzata della vittima, rappresentati dagli avvocati Luca Colaiacomo, Francesco Paolo Ranieri e Nicola Quaranta.

Stando alle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pm Francesco Bretone, i due avrebbero attirato la vittima in una strada isolata del quartiere Japigia di Bari fissando un appuntamento per visionare un appartamento, per poi uccidere Sciannimanico con due colpi di pistola.

Il movente dell’omicidio sarebbe stata l’invidia professionale da parte di Perilli: avrebbe temuto la concorrenza del collega che stava per aprire una agenzia immobiliare Tecnocasa a pochi isolati da quella di Perilli. Questi avrebbe quindi commissionato l’omicidio a Di Gioia, custode del garage dove Perilli parcheggiava la sua auto, promettendogli un compenso di 20mila euro.