Il video del bimbo di Japigia che sfida la Polizia è presto diventato virale. Il linguaggio, tipico di quello usato dai criminali, ha indignato e causato migliaia di reazioni, soprattutto di condanna. I più addolorati sono la mamma e il papà del piccolo, che ci hanno chiesto alcuni chiarimenti, affidandoli a Maurizio Fedele, il loro avvocato di fiducia.

“Il bambino ha dei problemi legati alla crescita – spiega Fedele – ma non è legato in nessun modo alla criminalità. È seguito dai genitori e anche dai servizi sociali”. Il video è stato girato circa un anno fa, nelle vicinanze dell’abitazione del piccolo. “Vi invito ad osservare il video in maniera critica – tuona l’avvocato – si vede chiaramente che il bimbo viene istigato a dare certe risposte. A girarlo è stato un amico più grande, all’epoca dei fatti 17enne, tra l’altro in un momento di grande vulnerabilità in quanto il papà del minore era sottoposto ad alcune delicate cure mediche, mentre la mamma era al lavoro”.

Il regista ha cancellato il video dal suo cellulare non appena si è reso conto della gravità della cosa, ma ormai era già diventato virale soprattutto sulle chat di WhatsApp. “Sui social network non esistono norme stringenti come quelle a cui siete legati voi giornalisti – dice amareggiato il legale – ognuno può pubblicare impunemente ciò che gli pare, persino un video di un minore di 14 anni, praticamente estorto.

La famiglia è profondamente addolorata per quanto successo e spera che la cosa non abbia ripercussioni nei confronti del piccolo. Questa faccenda dovrebbe portarci tutti a fare una profonda riflessione su come si possa distruggere la vita di una persona, in questo caso di un bimbo, con un semplice click”.