Ieri si è conclusa una vasta operazione della Guardia Costiera mirata al controllo della filiera ittica finalizzata a garantire la tranciabilità dei prodotti della pesca, commercializzati all’ingrosso e al dettaglio e destinati all’attività di ristorazione.

L’attività operativa è iniziata martedì 29 maggio e si è conclusa ieri. I controlli eseguiti nel capoluogo pugliese e all’interno di stabilimenti all’ingrosso del brindisino, hanno portato al sequestro di circa 8 tonnellate di prodotti ittici privi dei requisiti di tranciabilità, aventi un valore commerciale stimato, nella vendita al dettaglio, di oltre 40 mila euro.

Nella giornata di martedì e mercoledì i controlli eseguiti nel settore specifico della ristorazione ha portato al sequestro complessivo di oltre 500 kg di prodotto ittico (compresi i ricci di mare) rinvenuto in 3 diversi ristoranti del barese, di cui le generalità non sono state rese note dalla Capitaneria di Porto, a seguito di violazioni gravi alle norme sulla rintracciabilità dei prodotti offerti al consumo, e che ha portato alla elevazione di sanzioni amministrative per un totale di ben 12mila euro.

L’attività ha evidenziato come molti di questi prodotti, per la maggior parte congelati ed importati, arrivino con mezzi pesanti termorefrigerati, soprattutto nelle prime ore del mattino.

Per tale ragione sono stati quindi intensificati i controlli sugli autoarticolati frigo adibiti al trasporto di prodotto ittico: proprio all’interno di uno di questi, nei pressi del mercato ittico barese, è stato ritrovato un quantitativo di circa 300 kg di gamberi rossi provenienti dalla Sicilia, totalmente privi di informazioni. Posti sotto sequestro, sono stati donati ad enti caritatevoli in quanto giudicati idonei al consumo umano dai veterinari della ASL.

Nella giornata di ieri, infine, l’attività degli uomini della Guardia Costiera di Bari e Brindisi, dopo un breve pedinamento ad un camion frigo appena sbarcato dalla Grecia nel porto di Brindisi, ha portato al ritrovamento di un ingente quantitativo di cozze nere, più di 7 tonnellate, completamente privo di informazioni idonee a ricostruirne la provenienza.

L’autoarticolato di nazionalità greca, condotto da un cittadino albanese, è stato sigillato con intimazione a rientrare in Grecia, in quanto il prodotto ittico è stato giudicato non idoneo alla commercializzazione sul suolo italiano, costituendo un potenziale rischio per la salute degli ignari consumatori.