Stalking e lesioni dolose, questi i reati contenuti nel voluminoso dossier di interrogatori e rivelazioni che i pm di Piacenza hanno appena depositato con una richiesta di rinvio a giudizio. Il consigliere di Stato Francesco Bellomo e il suo braccio destro, il pm di Rovigo Davide Nalin, restano nell’occhio del ciclone.

Come raccontato in articoli precedenti, il consigliere era sotto procedimento disciplinare per la vicenda di molestie legata alla scuola per aspiranti magistrati “Diritto e Scienza”. L’uomo aveva negato di aver approfittato delle borsiste e di averle costrette a firmare un contratto di borsa di studio che prevedeva un succinto dress code. Le confessioni delle giovani sembrerebbero tuttavia non lasciare spazio a contestazioni: “Io sono superiore, quindi con me devi mandare più foto e più estreme”.

Decine di ragazze interrogate, silenziose confessioni di oppressione e di sesso, storie conosciute da molti ma soffocate per oltre dieci anni. Dai verbali raccolti dalla procura sembrerebbe che l’ex magistrato avesse l’abitudine di intimidire le studentesse minacciandole di raccontare i dettagli delle relazioni sul giornale della scuola. Una pratica già testata, come ha affermato una studentessa: “Ha pubblicato oltre 30 articoli in cui parlava di me, citandomi con nome e cognome. Parlava delle mie relazioni sentimentali precedenti aggiungendo particolari sui rapporti sessuali come lui immaginava si fossero verificati”.

Bellomo nel contempo non si fa interrogare a Piacenza, cerca di sviare le accuse e costruisce la propria difesa. Ha collezionato delle prove contro le donne che, a suo dire, vorrebbero solo diffamarlo, un lungo elenco di sms di una sua ex fidanzata del 2011. «Appena ti ho visto mi si è aperto il cuore. Stando con te ho imparato a conoscere i miei limiti e i lati negativi. Spero di essere in via di miglioramento. Tutte le volte che mi rendo conto di deluderti sto malissimo. Ti amo tanto».