È morto solo, nella cucina del suo appartamento. Aveva 75 anni, era malato e per questo seguito dagli assistenti sociali. Aveva bisogno di ossigeno. La vicenda che vi raccontiamo è tanto triste quanto raccapricciante. Perché la drammatica storia successa in un condominio di viale Vanoni, a Triggiano, è una morte in solitudine scoperta, pare, dopo più di due mesi.

Gli inquilini del palazzo nella zona 167 non ce la facevano più, la puzza di cadavere era da vomitare. Dalla porta dell’appartamento uscivano scarafaggi e insetti di ogni specie. Non ci è voluto molto per capire che all’interno della casa qualcuno era morto. La scoperta del cadavere, però, è avvenuta solo tre giorni fa, grazie all’intervento dei Carabinieri. Questo non significa che i condomini fino al giorno del ritrovamento se ne siano fregati. Anzi, hanno provato inizialmente a suonare, ma dal silenzio hanno pensato fosse fuori, dai parenti. La situazione peggiorava con il passare del tempo e hanno fatto intervenire Gianluca Pascolla, l’amministratore condominiale che, lo scorso 21 gennaio, dopo aver visto uscire gli insetti dall’appartamento di viale Vanoni, ha mandato una pec all’Ufficio Igiene del Comune di Triggiano per chiedere un intervento immediato. Secondo quanto ci viene detto proprio dall’amministratore, quella email non ha mai avuto risposta.

In un’altra situazione non avremmo pubblicato il nome della vittima ma il caso specifico è diverso. Si chiamava Giovanni Cornacchioni, aveva 75 anni, qualche problema di salute ed era solo. Solo al punto da non meritare neppure l’intervento, sotto continue richieste, per accertarsi cosa gli fosse successo. Ciò che più ci colpisce non è tanto la morte in solitudine ma la sciatteria di chi sarebbe dovuto intervenire.