Gli arresti per le presunte tangenti intascate dal ragionier Vito Longo, il direttore amministrativo della Fondazione Petruzzelli, rischiano di travolgere tutto e tutti in maniera indiscriminata. Come abbiamo più volte scritto in passato nella storia del teatro è stato dato più volte credito a chi non lo meritava, chiudendo invece la porta in faccia a chi avrebbe avuto tutte carte in regola per lavorare all’interno di quelle meravigliose e maledette mura.

“Io e la collega Rosa Catacchio – tuona Teresa Nuovo – pretendiamo un incontro con il presidente Gianrico Carofiglio dopo essere state trattate come se avessimo l’ebola”. A parlare è la cognata di Domenico Delle Noci, uno dei quattro imprenditori arrestati con l’accusa di aver dato tangenti al direttore amministrativo dell’ente in cambio di lavoro e del pagamento accelerato delle fatture. Nel caso specifico l’azienda è la Chiarissima, che per tre anni e mezzo – fino al 31 gennaio scorso – si è occupata delle pulizie all’interno del teatro, degli uffici della Fondazione e nei luoghi dove l’ente organizzava i suoi eventi.

Teresa Nuovo e Rosa Catacchio, come le altre sei addette alle pulizie – quelle considerate storiche – erano assunte a tempo indeterminato dalla Chiarissima. Il momento è fondamentale. Siamo alla vigilia dell’apertura delle buste del nuovo bando per la gestione del servizio di pulizia. Dopo due rinvii, secondo quanto apprendiamo la commissione potrebbe iniziare il lavoro di selezione il prossimo 17 febbraio. Cifra a base d’asta poco meno di 40mila euro, con una partecipazione di massa, come non si vedeva da tempo.

In questo periodo la Fondazione ha scelto di far lavorare solo sei delle otto addette, ad esclusione delle due donne che si sono rivolte a noi nel tentativo di far valere quelli che reputano essere propri diritti. In attesa dell’assegnazione del bando e del reintregro del personale, le ex dipendenti della Chiarissima, ma non la signora Catacchio e la cognata di Domenico Delle Noci, vengono chiamate a seconda dell’occorrenza e pagate con i vaucher.

Nell’interessante intervista, Teresa Nuovo ci racconta di essere completamente estranea alle scelte di vita e alle vicende giudiziarie del cognato e di sentirsi discriminata solo per il suo livello di parentela. “È questo il problema, la parentela con l’imprenditore? – si domanda l’ex dipendente della Chiarissima – ce lo dicano guardandoci negli occhi, perché noi non abbiamo niente da nascondere. Nemmeno dalle immagini delle telecamere che hanno ripreso per mesi la stanza di Vito Longo, quella che pulivamo noi, potrà venire fuori niente di compromettente su di noi. Il 21 ottobre scorso la Polizia ci ha anche portato in Questura con la scusa che cercavano due persone con i camici che andavano a rubare negli appartamenti. Volevano solo sentire se sapevamo qualcosa in merito a quanto è poi venuto fuori”.