lettera anonima contro dipendenti Cri

Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto decine di lettere anonime sui presunti illeciti e abusi perpetrati a vario titolo all’interno del Comitato barese e pugliese della Croce Rossa. Accantonati i casi per i quali aspettiamo ancora risposte, come gli allegri rimborsi all’ex vicecommissario Luca Mannella nella breve ma contestatissima gestione di Ilaria Decimo o delle porcherie senza seguito riscontrate dai Carabinieri del Nas nell’autoparco di Bari in via Cotugno, esplode un nuovo caso destinato a fare scalpore. Si parla di presunte bustarelle non meglio precisate, intascate da alcuni dipendenti della Croce Rossa e presunte assunzioni facili.

A differenza delle altre volte, però, sappiamo chi è il mittente della lettera, inviata anche al presidente nazionale Francesco Rocca e a tutti gli organi giudiziari. Le accuse, pesantissime, ci sono state consegnate con un mms arrivato dal numero 327.593 XXXX. Il corvo sarebbe una volontaria che dice di chiamarsi Angela. La fotocopia del documento allegato gli sarebbe stata fatta trovare “sulla scrivania dei volontari”sempre ne esista una. È solo la seconda di due pagine. La missiva parla dell’assunzione di Maria Pia Roppo, cugina di un dipendente e sindacalista della Uil, Luigi Calabrese, il presunto capo della “banda della Croce Rossa, che va avanti facendo affari su dipendenti, ditte varie e assunzioni per favorire sé stesso, in quanto cugino della Roppo, tipo: affari in famiglia”.

Calabrese, per quanto siamo riusciti a sapere, è uno dei dipendenti considerati le talpe dei giornalisti. Dipendenti che l’ex direttore regionale uscente Giovanni Rocchi, avrebbe dovuto “fare fuori” insieme alla presidente Regionale Santa Fizzarotti Selvaggi, pare per una precisa mission ricevuta da via Toscana 12. Il sindacalista incriminato è anche quello che pubblicamente ha contestato certe scelte di Rocchi. In un’assemblea pubblica, alla presenza dei lavoratori, ha chiesto conto delle migliaia di euro che il colonnello avrebbe intascato indebitamente come rimborso, nonostante la buonissima paga percepita per la direzione della Croce Rossa pugliese. Rimborsi sui quali ha acceso i riflettori il nuovo direttore Francesco Palumbo. La speranza è che anche l’attenzione della Guardia di Finanza e della Procura possa essere rivolta dalla stessa parte.

Siccome non siamo dei passacarte che pubblicano qualsiasi cosa gli venga proposta, abbiamo la lucidità di intravedere in questa operazione il goffo e spregiudicato tentativo di far partire la macchina del fango, con la benzina delle bustarelle anonime e delle facili assunzioni. Chi le avrebbe date? E quando? Come mai la volontaria ha deciso di rivelare ciò che succede all’interno dell’ente? È forse strumentalizzata da qualcuno o sono venute meno le promesse di assunzione, così come da lei dichiarato, fattele anche in presenza di altre persone dal colonnello Rocchi? Quest’ultimo, infatti, con una mossa a sorpresa rispetto a quanto inizialmente previsto, è stato richiamato in tutta fretta a Roma. A confermare il legame tra la volontaria e il colonnello ci sono i numerosi rimborsi richiesti per pasti consumati da Rocchi presso una pizzeria di Giovinazzo in cui lavora un parente della volontaria.

La lettera di denuncia tira dentro anche un impiegato dell’ufficio per l’impiego. La cosa che ci ha messo più in allarme, però, è il fatto che sull’assunzione di Maria Pia Roppo, cugina del sindacalista Uil Luigi Calabrese e su tutte le altre precedenti assunzioni dell’epoca, siano già stati fatti accertamenti dalla procura barese ormai nel lontano 2008, nell’ambito delle indagini che portarono a formulare accuse e avvisi di garanzia per reati d’assenteismo, truffa e peculato nei confronti di 23 dipendenti della Croce Rossa pugliese, sospesi per circa un anno, messi sotto processo e già da tempo in servizio. Dipendenti premiati con incarichi di un certo rilievo dal direttore Rocchi, gli stessi che non hanno mai eccepito nulla contro i rimborsi non spettanti. Dipendenti adesso un po’ preoccupati per la mancata comunicazione del presunto abuso.

In quella circostanza fu radiato Nicola Trentadue, l’ex direttore della Croce Rossa pugliese. Usava a piacimento la macchina aziendale, come del resto ha fatto il direttore Giovanni Rocchi (basterebbe consultare i fogli di marcia dei mezzi o sentire qualche suo ex fidato autista), fino a quando non è esploso lo scandalo Decimo-Mannella. Macchina con i fregi della Croce Rossa e ovviamente autista, impiegata anche per fare la spola dall’Hotel convenzionato con la Croce Rossa e la sede dell’ente in piazza Mercantile: poche centinaia di metri. Secondo quanto è scritto nella lettera ci sarebbe una banda che ricatta i vertici dell’ente, che prende mazzette e che avrebbe sistemato la dipendente Roppo persino con il favore di qualche alto dirigente della Croce Rossa centrale. La volontaria ci ha contattati su Facebook alcuni giorni fa, prima di iniziare a raccontare al telefono alcuni strani movimenti e presunti illeciti non meglio precisati. Anche le modalità con cui è venuta in possesso della missiva sono alquanto confuse. Prima ci ha riferito che gli sarebbe stata consegnata da qualcuno, poi che l’avrebbe trovata su una scrivania.

Il nostro invito telefonico a produrre carte non è caduto nel vuoto, anzi, è stato subito accolto con l’invio di questo foglio, tra l’altro con il logo dell’ente. Proprio quest’ultimo elemento – secondo alcune indiscrezioni – potrebbe essere oggetto di un esposto in Procura da parte della presidente Santa Fizzarotti Selvaggi e del nuovo direttore Francesco Palumbo oltre che delle persone chiamate in causa. Chi si è permesso di fare accuse così gravi, e quale sarebbe lo scopo nel voler in questo momento storico colpire proprio certe persone?

Noi crediamo che la volontaria possa essere stata utilizzata per veicolare la lettera anonima al nostro giornale, che da tempo è impegnato nel denunciare alcuni episodi di malagestione della Croce Rossa, a tutti i livelli. Siamo convinti che la macchinazione possa essere frutto di un maldestro tentativo di vendetta per screditare e tentare di isolare chi ha avuto il coraggio di denunciare i presunti abusi del colonnello Rocchi, facendo semplicemente il proprio mestiere di sindacalista.

La lettera avrà certamente un seguito. I diretti interessati, interpellati i propri legali, stanno decidendo come comportarsi e come procedere nella denuncia di questo ennesimo violento attacco indiretto. La volontà è quella di sapere chi sta muovendo i fili, utilizzando anche volontari ai quali vengono promesse assunzioni e privilegi. Se ciò fosse accertato sarebbe gravissimo e svelerebbe il perché dell’immediato trasferimento dell’ex direttore Rocchi a far data dal 10 agosto a Roma, presso il Comitato Centrale. Il fatto che l’operazione sia stata messa in piedi dopo la pubblicazione di alcuni nostri articoli sui presunti rimborsi illeciti potrebbe essere solo un caso.

A questo punto non ci resta che fare un appello al nuovo direttore Francesco Palumbo: faccia subito chiarezza e qualora dovesse riscontrare delle irregolarità, chieda l’immediato intervento della magistratura.