Dopo tre anni di vessazioni, ingiurie, minacce ripetute, violenza fisica e ben 8 denunce, alla fine è riuscita a tornare in casa propria, quella casa dove aveva dato ospitalità alla figlia e al genero quando quest’ultimo era stato scarcerato dopo sette anni di detenzione per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, che però si sono poi rivelati i suoi aguzzini, fino a costringere l’anziana donna barese di 76 anni ad abbandonare l’abitazione a maggio di quest’anno.

Su richiesta della Procura, il Gip Alessandro Piliego ha disposto l’allontanamento dei coniugi, permettendo all’anziana di tornare in casa propria ponendo fine al suo incubo.

Nei tre anni di convivenza, la donna era stata costretta a subire “comportamenti prepotenti e arroganti” c’è scritto nel capo d’imputazione. Ingiurie quali “scema, rimbambita, sei fuori di testa, togliti dai piedi, ti auguro che ti prenda un infarto, stasera di qua uscirà un morto, qualche giorno ti mando al cimitero, i tuoi giorni te li farò finire in ospedale, non hai capito che questa è casa nostra e tu devi uscire di qua” scrive il pm Simona Filoni negli atti.

Nel corso dei tre anni, i due hanno anche staccato il telefono e la corrente per non farle chiedere aiuto e avere acqua calda, chiudevano la cucina per non far mangiare la donna, arrivando perfino a distruggere e gettare i mobili, privandola del denaro e della social card.