Migliaia di persone si sono strette attorno alla famiglia di Trifone Ragone, il giovane di Adelfia brutalmente ammazzato in circostanze ancora da chiarire la sera del 17 marzo a Pordenone. Ai funerali, che si sono svolti nella chiesa di San Nicola e celebrati da don Felice Iacobellis, nel centro storico del quartiere Montrone di Adelfia, si è riunito tutto il paese, in silenzio. Protetti, al riparo dalla folla, i genitori della vittima, Francesco ed Eleonora, insieme agli altri figli. Il parroco di Adelfia ha voluto mandare un messaggio a tutti i presenti, durante l’omelia, rivolgendosi direttamente a lui: “Caro Trifone, prega per noi perché il nostro cuore non sia intristito dalla tua barbara morte. La tua morte insegna a noi a spargere il seme dell’amore, dell’amicizia e della bellezza della vita“.

La commozione è tanta, la gente a stento riesce a trattenere le lacrime e non parla, riunita già davanti alla camera ardente, allestita nella chiesa Maria Santissima del Principio. Anche il sindaco di Adelfia, Vito Antonacci, non ha voluto rilasciare dichiarazioni anche se, a quanto pare, avrebbe sottolineato ai giornalisti di altre testate di rispettare il silenzio, perché di bugie ne sono state dette già tante.

In corteo, tutto il paese accompagna il feretro nella vicina parrocchia San Nicola per le celebrazioni. La famiglia della vittima, tramite l’ufficio stampa dell’Esercito, ha chiesto a tutti gli organi di stampa di non entrare in chiesa durante la funzione religiosa. Un corteo, composto da un nutrito gruppo di persone, ha accompagnato il feretro di Trifone dalla camera ardente alla chiesa. La bara è stata portata in spalla da quattro militari dell’Esercito Italiano, che ha riservato a Trifone, effettivo del 132° Reggimento Carri di Cordenons, gli Onori Militari.