Dall’inizio dell’anno in tutta Italia sono 105 le donne vittime di femminicidio, e lo scorso anno su 180 omicidi, 114 sono stati i femminicidi“, inizia l’assessora al Welfare Rosa Barone. “Parliamo di un fenomeno non soltanto grave, ma che sta assumendo contorni drammatici. A questi numeri bisogna aggiungere le tante donne che subiscono violenza psicologica e spesso non denunciano per paura o per vergogna. Come Regione Puglia stiamo lavorando per potenziare la rete per l’assistenza e il sostegno delle donne vittime di violenza e dal 2014 ci siamo dotati della legge n. 29 per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. In Puglia questa rete è formata da 28 Centri antiviolenza, pubblici e privati, 49 sportelli di appoggio e 37 sportelli autonomi. Nei CAV e nei punti di ascolto lavorano professionisti formati e a questa formazione dà il proprio contributo anche la Regione Puglia. I Centri per uomini autori di violenza sono 6, uno per provincia, collegati alle reti dei servizi territoriali antiviolenza. In un primo momento, come sempre avviene, le risorse di cui si era dotata la Regione erano soltanto sperimentali, oggi sono ordinarie, e parliamo, per il 2022 di 2.500.000 euro circa per le risorse statali e di più di 1 milione di risorse regionali”.

Lo ha dichiarato in aula consiliare l’assessora al Welfare Rosa Barone. Nel dettaglio 1.040.296,00 euro sono stati destinati al sostegno/potenziamento dei centri antiviolenza privati esistenti, mentre 789.465,00 euro vanno al sostegno/potenziamento delle case rifugio esistenti. 400.000,00 euro vengono indirizzati a interventi che favoriscano il sostegno abitativo, il reinserimento lavorativo e più in generale per l’accompagnamento nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. 120.000 euro sono stati destinati a rafforzare la rete dei servizi; 50.000 euro anche per i centri che aiutano gli uomini maltrattanti, 30.000 euro per due case per la prima emergenza a carattere temporaneo da dedicare alla protezione delle donne, sole o con figli, vittime di violenza, la cui valutazione del rischio è medio-alta; 32.000 euro per i corsi di formazione attraverso la collaborazione con le Università pugliesi nonché ad azioni di informazione, comunicazione e formazione. Sono 2.258 i nuovi accessi ai CAV e alle Case Rifugio del 2022, 18 unità in meno rispetto al 2021. Le donne sono di nazionalità italiana per il 90% dei casi. Il 67,7% si è rivolto spontaneamente al centro antiviolenza mentre per il 32,3% dei casi si tratta di invio da altri servizi della rete locale. Fra gli autori delle violenze figurano prevalentemente il partner e l’ex partner, due tipologie di autori che rappresentano complessivamente l’80%; se aggiungiamo la percentuale che fa riferimento all’area dei “parenti” (8%), abbiamo una percentuale complessiva dell’88%. Le donne più “esposte” alla violenza sono le coniugate e conviventi (43%), seguono le donne nubili (30%) e le donne separate/divorziate (27%). La violenza agita sulle donne è trasversale alle fasce di età, ai titoli di studio, alla condizione lavorativa anche se la percentuale più alta viene registrata tra donne che hanno età compresa tra i 30 e i 49 anni (54,3%); significativa anche la percentuale delle donne di età compresa tra i 18-29 anni (18,1%). La tipologia di violenza prevalente è quella fisica (43,7%), seguita da quella psicologica (42,7%), e dallo stalking (5,4%).

“Quella per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne – conclude Barone – deve essere una battaglia combattuta in modo trasversale da tutte le forze politiche. Mi confronterò con il presidente Emiliano e la presidente Capone per dare vita al tavolo trasversale di cui si è parlato oggi in consiglio, aperto anche ad associazioni e ad altre istituzioni, così da poter dare ancora più forza alle azioni che già stiamo mettendo in atto. Insieme per quel cambiamento culturale per cui non possiamo più aspettare”.