Nella giornata di ieri, 4 settembre, si è ricordata a Bari la psichiatra Paola Labriola, accoltellata a morte da uno dei suoi pazienti psichiatrici 10 anni fa. La sua uccisione scosse profondamente la popolazione barese, coinvolgendo l’intera nazione, mettendo particolarmente in rilievo il grave problema che affliggeva e, purtroppo, affligge ancora oggi l’ambiente sanitario: la sicurezza degli operatori sanitari.

Lo stesso marito di Labriola, durante il sit-in tenutosi ieri mattina in onore della moglie, ha affermato: “A Bari nei centri di salute mentale oggi ci sono i vigilanti, quindi qualcosa è cambiato. Ma il personale è carente, e se i centri sono sguarniti si pone anche un problema di sicurezza”.

La manifestazione, è stata organizzata dall’Osservatorio Paola Labriola e dall’Associazione Giraffa Onlus, con la presenza, non solo, del marito della donna, Vito Calabrese, ma anche dell’assessora comunale al Welfare, Paola Romano, del vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Franco Lavalle, e di molte altre persone riunitesi per commemorare la dottoressa.

Inoltre i cittadini chiedono a gran voce la riapertura del Centro di Salute Mentale in via Tenente Casale chiuso dopo il tragico evento, che sarebbe di fondamentale importanza per il quartiere, ricco di diverse problematiche sociali che, come afferma Calabrese, “costringono le persone ad andare in altri quartieri per avere questo servizio”.