@cambiarerotta_bari

Dopo Milano, Bologna, Firenze, Torino e Roma, dove le tende sono comparse anche davanti al ministero dell’Università, le proteste degli universitari sul caro affitti stanno proseguendo anche a Bari, i ragazzi sono dalle 10 di questa mattina, 11 maggio, accampati davanti all’Ateneo dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Noi abbiamo intervistato Giuseppe Racanelli, referente barese dell’organizzazione giovanile comunista “Cambiare Rotta“.

L’intervista

Da quando abitare a Bari è diventato un lusso?
In realtà da sempre, è un problema che continua ad aggravarsi. Innanzitutto bisogna marcare una data precisa, nel ’98 c’è stata la prima legge che ha permesso al mercato di gestire gli affitti, la cosiddetta liberalizzazione del mercato. In tutti gli anni successivi questa condizione non ha fatto altro che peggiorare, a partire dalla crisi del 2008, per poi passare dalla crisi pandemica e a quella attuale legata alla guerra. La situazione sta degenerando e le risposte da parte delle Istituzioni sono pressoché assenti o insufficienti. Dati alla mano, Bari è la città che si classifica al primo posto in tutt’Italia nell’aumento percentuale degli affitti, ogni anno aumenta del 27% rispetto a tutte le altre città“.

In media quanto costano gli affitti a Bari per un fuorisede?
Uno studente medio è costretto a pagare 300 euro d’affitto per una stanza. E se teniamo conto dell’aumento del costo per gli studi e dell’aumento del costo della vita in generale, la condizione a cui noi studenti siamo condannati è più che precaria. Viviamo questa crisi di prospettive dettate dal caro affitti e siamo qui per generalizzare la lotta contro un modello universitario e, di conseguenza, un modello di vita che non è adeguato alle esigenze di noi giovani ma soltanto a quelle del mercato“.

Quali risposte vorreste dalle Istituzioni?
Abolizione della vergognosa legge sulla liberalizzazione degli affitti;
inserimento di un Reddito Studentesco, la proposta consiste nel tassare i profitti delle aziende private che lucrano attraverso i tirocini, gli stage, i contratti di ricerca con l’Università; questa tassazione deve essere distribuita sottoforma di reddito a tutti gli studenti e studentesse delle università d’Italia. Questa proposta è molto concreta e che può garantire un reale diritto allo studio per tutti gli studenti“.

Per quanto tempo rimarrete a protestare visto anche il maltempo?
Sicuramente il meteo non ci ferma, non molliamo. Siamo qui dalle 10 di mattina e siamo convinti di rimanere anche la notte in tenda e, probabilmente, andremo via domani in tarda mattinata – Racanelli conclude ricordando a tutti l’appuntamento del 26 maggio a Bari. Dato che il caro affitti non è una questione che riguarda solo gli studenti universitari, ma anche i giovani lavoratori precari, vorrei rilanciare questa data per lo Sciopero Generale indetto dall’unione sindacale di base. Noi siamo pronti a scendere in piazza a Bari il 26 maggio assieme ai giovani precari e ai lavoratori del sindacato!“.

Le proposte di “Cambiare Rotta

Le nostre richieste vanno tutte nella direzione dell’elaborazione e dell’attuazione di politiche e strumenti che servano per garantire realmente il diritto allo studio a tutti. Invitiamo tutti gli studenti di tutti gli atenei alla mobilitazione continua e permanente!”. Inizia così il post pubblicato su Instagram dall’organizzazione “Cambiare Rotta”.

“Anzitutto, vogliamo un REDDITO STUDENTESCO UNIVERSITARIO PER GLI STUDENTI DELLE FASCE POPOLARI, per svincolare gli studenti dal buco nero del lavoro povero, per coprire le spese per il materiale didattico, per l’affitto e per tutto ciò che rientra nella vita di uno studente. Vogliamo che questo reddito sia pagato agli studenti attraverso la tassazione di tutte quelle aziende private ormai completamente inserite nei nostri atenei, che dai nostri percorsi di studio e dalla ricerca traggono profitto e forza lavoro qualificata secondo le esigenze di mercato”.

“Ma sappiamo – proseguono – che l’intervento pubblico non può limitarsi a questo, ma deve essere ancora più strutturale, per imboccare nettamente la strada verso la soluzione complessiva del problema degli affitti per gli studenti. Serve quindi un PIANO PUBBLICO DI INVESTIMENTI per l’ampliamento degli studentati esistenti e per la COSTRUZIONE DI NUOVI STUDENTATI, che siano capaci di soddisfare la richiesta studentesca e che rimangano in mano pubblica. In continuità con questo, vogliamo l’interruzione di tutti i progetti co-finanziati e delle convenzioni con i privati, affinché l’intervento sulle politiche abitative ritorni ad essere in mano pubblica, di MUR e MIMS, e non alla mercè dei grandi privati”.

“Corrispettivamente, ci opponiamo alla totale liberalizzazione e deregolamentazione del mercato degli affitti, e per questo vogliamo l’ABOLIZIONE DELLA LEGGE 431/98 e la REINTRODUZIONE DELL’EQUOCANONE, con l’istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca“.