Si terrà domani, 15 marzo, l’atteso incontro con i rappresentanti delle organizzazioni del settore autotrasporto nella sede del ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili. Sul tavolo i rincari esorbitanti e a quanto pare ingiustificati dei costi dei carburanti che, ormai da settimane, hanno determinato lo stato di agitazione della categoria. L’obiettivo è cercare soluzioni che possano scongiurare un secondo blocco dell’autotrasporto, attraverso cui nel nostro Paese viaggia circa l’85% delle merci, con conseguenti difficoltà negli approvvigionamenti al commercio e aumento dei prezzi al dettaglio. All’incontro di domani sarà presente la viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova, per tentare di sciogliere i nodi della questione. Mentre per la giornata di oggi, 14 marzo, Trasportounito ha chiarito che “nessuno sciopero era stato proclamato, ma resta la libertà di ciascuna impresa di spegnere i motori”, Unatras avrebbe invece confermato un’agitazione per il 19 marzo, così come Confartigianato Trasporto con le imprese pugliesi e Fai-Conftrasporto. Ma cosa chiedono gli autotrasportatori al Governo? Gli 80 milioni previsti nel decreto Energia non riguardano nello specifico il carocarburante, ma la riduzione dei pedaggi autostradali per 20 milioni, 5 milioni per la deduzione forfettaria di spese non documentate, 29 milioni per un credito d’imposta del 15% per l’acquisto dell’Ad-Blu e 25 milioni per un credito d’imposta del 20% per l’acquisto di Gnl, gas naturale liquefatto;  agli autotrasportatori interessa invece la possibilità di rivedere la clausola del gasolio nei contratti di trasporto e la sterilizzazione delle accise sui carburanti.