Nelle ultime indiscrezioni giunte sull’indagine che riguarda l’ex giudice De Benedictis è emerso il suo legame con la residenza sanitaria Villa Anita. La stessa, in comunicato, ha voluto la chiarire la posizione della rsa. “La presenza dello stesso nella compagine sociale è conseguenza del suo subentro al coniuge Maria Antonietta Chirone La Notte, prematuramente scomparsa, stimata ed integerrima Giudice del lavoro”.

“La dottoressa La Notte, assieme agli altri attuali soci, aveva dato vita al progetto di realizzare una struttura che potesse offrire al territorio un servizio utile e soprattutto necessario – scrive la rsa – ossia quello dell’assistenza diurna a persone fragili, compromesse nel fisico e nella mente da forme di demenza, incidenti pesantemente sulla qualità della loro vita quotidiana e su quella delle loro famiglie”.

“Nel perseguimento di tale progetto Villa Anita ha determinato la possibilità di fruire di vere e proprie eccellenze in campo neurologico, che nei pochi anni di attività l’hanno resa un punto di riferimento nel settore di attività, come attestato dalla generalità dei soggetti coinvolti, primi fra tutti i pazienti ed i loro familiari – continua-. Villa Anita occupa un rilevante numero di personale dipendente e si avvale di consulenti ed operatori di altissimo livello professionale. Persegue obiettivi di ricerca scientifica e coltiva progetti in collaborazione con l’Università degli studi di Bari Aldo Moro”.

“Villa Anita e le persone che la animano sono del tutto estranee alle drammatiche vicende personali dell’ex Giudice De Benedictis, che saranno giudicate dalla competente Autorità Giudiziaria, nel cui operato va riposta piena ed incondizionata fiducia. Continueremo con impegno immutato, anzi rafforzato, nel perseguimento del suo progetto imprenditoriale e scientifico, contrastando risolutamente chiunque, in assoluta mala fede ed animato da spirito di sciacallaggio, tenti di infangarne l’immagine, esprimendo giudizi e considerazioni fondati su luoghi comuni o equazioni deduttive prive di qualsiasi fondamento di verità. Ogni coinvolgimento improprio della rsa – conclude – danneggerebbe innanzitutto i suoi ospiti, le loro famiglie e gli operatori che quotidianamente si adoperano con impegno e abnegazione. Perciò, l’auspicio è che ognuno, in particolare la stampa, che esercita il fondamentale diritto all’informazione, distingua adeguatamente fatti, circostanze e persone”.