“Si era già capito dall’autunno scorso che saremmo arrivati a questo punto e invece di arrivare preparati alla terza ondata, poco o nulla è stato fatto da parte di chi aveva il dovere istituzionale di fare”. A parlare è il Responsabile Provinciale Nursind Sanità Pubblica, Francesco Balducci che si rivolge all’assessore Lopalco, direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore, e al direttore dell’Asl Sanguedolce.

“Le risorse umane necessarie per l’apertura del nuovo ospedale in fiera non c’erano e non ci sono, a meno di non grattare il fondo del barile e chiedere ancora ulteriori sacrifici al personale dipendente che già da un anno è impegnato in questa impari lotta contro il coronavirus – scrive nel comunicato -. Quello stesso personale che ancora attende il pagamento del saldo dell’indennità COVID ex art. 1, comma 1, DL n°18/2020; che deve superare mille ostacoli per vedersi riconosciuto l’infortunio in caso di contagio; che non riesce ad avere risposte dagli uffici aziendali in merito ai problemi burocratici; che è stanco di pacche sulla spalla”.

“Eppure – continua – è proprio quello che le direzioni aziendali si accingono a fare, visto il tono della nota di ieri 16/03/2021, prot. N°2199 del Dipartimento Salute della Regione Puglia a firma dell’Assessore e del Direttore del Dipartimento che dispone, tra l’altro, la sospensione dei ricoveri programmati presso le strutture COVID e non COVID”.

“Infine, come se non bastasse, apprendiamo che la ASL Bari stia approntando il trasferimento di proprio personale, in particolare quello in servizio presso le UU.OO. di Rianimazione e Pneumologia dell’Ospedale San Paolo, presso l’Ospedale in Fiera, in barba a ogni previsione contrattuale e di legge. A tal proposito – sottolinea – è il caso di osservare che trattasi di personale già impegnato in reparti COVID e che, vista la sospensione dei ricoveri ordinari, non è proprio il caso di spostare all’ospedale della Fiera”.

“Non spetta certo al sindacato entrare nel merito della gestione della pandemia – aggiunge -, così come non è costume della scrivente OS muovere critiche immotivate nei confronti delle Direzioni Aziendali e Sanitarie, di cui conosciamo gli sforzi e le difficoltà, ma non si può certo pensare che davanti a siffatte evidenze si debba tacere e non esercitare il diritto costituzionale di critica”.

“Già in precedenza questo sindacato ha richiamato l’attenzione dell’Assessorato e del Dipartimento sulla necessità di potenziare le USCA, al fine di consentire il trattamento a domicilio delle persone affette da COVID-19 e prevenire il collasso della rete ospedaliera. Le USCA sono state istituite, ma si stanno rivelando inefficaci, visto che nella maggior parte dei casi si limitano solo a passare i pazienti al 118 per il loro trasporto in ospedale – rimarca Balducci -. Eppure, in altre regioni stanno funzionando e stanno dando un sensibile contributo al decongestionamento degli ospedali e del 118”.

“Per tutto quanto esposto, la scrivente chiede alle SS.VV. in indirizzo di ponderare bene le decisioni che si stanno prendendo e di voler riconsiderare quelle già prese, coinvolgendo le parti sociali in un percorso condiviso, evitando scelte unilaterali. In particolare – conclude -, chiede di voler valutare differenti modalità di reclutamento che consentano l’assunzione di nuovo personale evitando ulteriori sacrifici al personale già in servizio”.