“Come previsto dal piano di riordino della Rete dell’Emergenza-Urgenza, la postazione di Molfetta a partire dal primo febbraio 2020 viene identificata come postazione India”. Tradotto, significa che se nonna Teresa dovesse chiamare il 118, l’ambulanza arriverebbe con il “solo”  l’infermiere a bordo. A comunicare la decisione, che avrebbe scatenato la rivolta degli abitanti di Molfetta, grande città turistica della costa, è il coordinatore del 118 barese Antonio Dibello.

Neppure il tempo di arrivare nel protocollo della referente dell’Area 7 della Asl, invitata a rimodulare i turni del personale medico, che si è subito scatenato il putiferio istituzionale. A leggere il carteggio di cui siamo entrati in possesso, pare proprio che Dibello abbia preso la decisione in autonomia, senza avvisare il direttore generale della Asl Bari, Antonio Sanguedolce e il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini. Un incidente diplomatico che avrebbe potuto provocare gravi ripercussioni alla vigilia delle elezioni regionali.

Medici e sindacati per fortuna non hanno fatto in tempo a indignarsi, per esempio richiamando il Decreto Ministeriale 70 del 2 aprile 2015 (numero di medici del 118 per abitanti), perché sulla questione è intervenuto lo stesso sindaco di Molfetta con una comunicazione di fuoco. La lettera è stata inviata al coordinatore del 118 Dibello, ma soprattutto al direttore generale della Asl di Bari, Sanguedolce.

“Inopinatamente – scrive il primo cittadino – lo stesso Dibello, disattendendo a quanto precedentemente autorizzato dal Direttore Generale, in data 20.12.2019, ordina al referente di Area 7, di cambiare il turno e di ridurre il servizio come postazione ‘India’. Si invita il signor Direttore Generale di comunicare al dottor Dibello di attenersi a quanto già disposto con il nulla osta della S.V.”.

A sentire addetti ai lavori e rappresentanti istituzionali, l’idea che in tanti si sono fatti è di una decisione monocratica, presa senza il rispetto gerarchico, ma soprattutto ignorando medici e infermieri. La comunicazione del coordinatore, infatti, è stata inviata due giorni prima della fine del mese, coi turni stabiliti da tempo. La sensazione è quella del medico e dell’infermiere pedine di un sistema a dir poco lacunoso.