Un veicolo – sembrerebbe un’auto – sfonda un pezzo della recinzione perimetrale dell’aeroporto di Bari. Il primo ad accorgersene sarebbe stata la guardia giurata in servizio di ronda. L’episodio risale all’estate scorsa. Il pannello della segnaletica stradale è ancora per terra. Allo stesso modo appaiono evidenti i segni dello schianto sul pezzo della recinzione a due passi dal cancello 9 dello scalo aeroportuale barese. La rete originaria, completamente arrugginita, è legata con alcune fascette a un’altra rete meno resistente.

Il rattoppo non è passato inosservato da numerosi passanti. Siamo andati sul posto a verificare se davvero fosse come ci era stato segnalato. Ma torniamo alla notizia principale, al mezzo che sfonda la recinzione. Il nocciolo della questione è quello. Nessuno può dire se a distruggere la rete sia stata un’auto, un treruote, un carro armato o una portaerei perché la telecamera punta sulla pista e in quel tratto pare la recinzione non sia allarmata.

Attenzione, non è un obbligo allarmare i perimetri degli aeroporti, ma a Bari si è deciso di innalzare il livello di sicurezza. Ci siamo messi a scuotere la rete in maniera veemente, in modo che quel gesto non potesse essere scambiato per il solito uccellino fastidioso da chi è in servizio nella stanza dei bottoni. Abbiamo constatato che insieme alla rete si muovesse anche la fibra ottica da cui partirebbe l’allarme in centrale operativa.

Dopo 20 minuti di vana attesa siamo rimasti ad aspettare il passaggio della guardia giurata impegnata nel servizio di pattugliamento, facendo in modo ce ci scoprisse e notasse le tronchesine. La guardia di pattuglia fa un giro random, nel senso che non avremmo potuto calcolare il momento esatto in cui operare indisturbati, ma dopo un po’ di osservazione ci siamo resi conto che avremmo avuto tutto il tempo di mettere in atto il nostro esperimento.

La guardia giurata, poi, è disarmata nel suo servizio mattutino e pomeridiano, non di notte, quando i protocolli internazionali consentono di avere addosso la pistola d’ordinanza. Fossimo stati davvero terroristi e avessimo avuto un’arma al posto delle tronchesine, per la guardia giurata – tra l’altro solitaria e magari smontante da uno dei soliti turni di 12 ore – non ci sarebbe stato scampo. Una volta esserci fatti scoprire, il vigilante ha attivato tutto il sistema di sicurezza e dopo più di 10 minuti è arrivata una prima pattuglia della Polizia.

Loro dentro, noi all’esterno. Prima del loro arrivo avremmo potuto andare via, ma abbiamo aspettato che sul posto – sempre al di là della recinzione -, arrivasse una pattuglia dell’esercito (loro armati e col giubbotto antiproiettile a differenza delle guardie giurate), alcuni operatori di Aeroporti di Puglia, il responsabile della comunicazione e l’addetto alla falconeria. C’era chiunque sarebbe dovuto esserci dall’altro lato della recinzione. Tutto questo mentre un’altra pattuglia della Polizia ci raggiungeva all’esterno per condurci in ufficio, essere identificati, sentire la nostra versione dei fatti e, nel caso, denunciarci per procurato allarme. Sentendo la nostra versione dei fatti, Polizia e magistrato hanno ritenuto non fosse il caso e dopo un’ora siamo stati rilasciati.

Del resto, il nostro obiettivo era quello di segnalare come quanto di buono si dica dell’aeroporto di Bari, contrasti con quel pezzo di recinzione tenuto in piedi con una decina di fascette. Il sistema ha funzionato, ma nessuno può dire cosa sarebbe successo se fossimo stati realmente malintenzionati o se avessimo lasciato prima il luogo della dimostrazione, a pochissimi metri dagli aerei in partenza e arrivo all’aeroporto di Bari.

Sarà pure non obbligatorio, ma forse allarmare la recinzione e fare in modo che il sistema sia effettivamente funzionante, sarebbe un aiuto concreto al lavoro di chi è chiamato a gestire la sorveglianza di un’area immensa e piena di insidie. Abbiamo chiesto ad Aeroporti di Puglia di rilasciare una dichiarazione, ma la risposta è stata laconica: “Sulla questione non abbiamo niente da dire”. Siamo certi, che coi fatti la società sarà più convincente, rimettendo in sesto la recinzione e il suo sistema d’allarme.