Non capiamo la logica, ma siamo certi che c’è. Deve esserci, per forza. Stiamo parlando del ponte pedonale di corso Cavour, quello che permette di scavalcare i binari della ferrovia e ritrovarsi in via Capruzzi, all’angolo con viale Unità d’Italia. Siamo andati in cerca di verifiche, molti ci hanno segnalato il pessimo stato di pulizia, tra cartacce, mozziconi di sigaretta e quant’altro.

Combinazione ha voluto che al nostro arrivo, con telecamera al seguito, abbiamo trovato un operatore dell’Amiu. Non sappiamo se la telecamera abbia dato quello stimolo in più, fatto sta che il nostro uomo delle pulizie, anzi che darsi alla macchia, come fanno i tanti che fuggono per paura di essere ripresi, si è dedicato a ripulire la scalinata e mezzo ponte pedonale. Solo mezzo però.

Perché? Per quale motivo non si è spinto fin dall’altro lato? Semplice, non è di sua competenza. Come ci ha spiegato lo stesso addetto alla nettezza urbana, in questa specie di “Gioco del ponte dell’Amiu”, l’altra metà tocca a qualcun altro, a un collega, di cui a dire il vero non abbiamo visto traccia, né tanto meno del suo passaggio.

In pratica funziona così: uno è addetto alla pulizia della scalinata che da corso Cavour sale fino al centro del passaggio pedonale, l’altro invece, deve spazzare le scale che salgono da via Capruzzi, sempre fino al centro del sovrappasso. In ogni caso, a giudicare anche dallo stato delle nicchie, la vittoria non si aggiudica a chi pulisce meglio.