“Intesti la fattura alla Rumba Kazz Limited, grazie”. Immaginatevelo così il dialogo, magari in inglese, fra un imprenditore e un fornitore. Tutto vero, perché Luigi ha chiamato una delle sue aziende proprio così. E se la radice barese non è chiara, le altre aziende le ha denominate “Skassa Kazz” e “Kaka Kazz” Limited. Giusto per ribadire il concetto.

Coraggio, genio e un pizzico di follia. Dopotutto per lasciare il posto fisso nella tua terra e diventare un imprenditore di successo all’estero serve anche questo. Luigi Aseni, 37enne originario di Palo del Colle, era un ragioniere contabile in un’azienda di salumi e formaggi, ma nonostante gli oltre 2mila euro al mese di stipendio ha deciso che era meglio mollare tutto.

La vita di Luigi è ricominciata in Scozia nel 2003. Alcuni anni da aiuto pizzaiolo e poi la svolta: tanto lavoro, ma anche e soprattutto coraggio e la fiducia di uno dei più importanti istituti di credito britannici. Così Luigi ha aperto non uno ma ben quattro locali che adesso spopolano in Scozia.

Il primo, un vero e proprio successo, è stato il “Boteco do Brasil” nel centro di Glasgow che il 29 aprile ha vinto il premio come miglior bar notturno della Scozia, dopo una competizione che ha visto il pubblico e una giuria votare tra una serie di 20 locali sulla base di visite dirette. Poi sono stati inaugurati altri tre fra la stessa Glasgow e la capitale Edimburgo: il “Boteco”, il “Mango” e il “Piccolino”.

Per non tradire le origini, però, il giovane imprenditore ha voluto lasciare un chiaro marchio pugliese: i locali sono intestati alle “Skassa Kazz”, “Rumba Kazz” e “Kaka Kazz” Limited, tutte società regolarmente iscritte alla “Companies House”, il corrispettivo del nostro registro delle imprese.

Una scelta di marketing nata non per caso: “È stato per sdrammatizzare – ci ha spiegato al telefono prima di tornare al lavoro – visti i tanti grattacapi e la burocrazia, anche se qui in Scozia è un po’ più facile”. E per non perdere il vizio, presto arriverà anche la Mango Pu Kazz Limited: “Ma continueremo a lavorare tenendo la testa sulle spalle”.